L’ex patron della Fc Bari 1908, Cosmo Giancaspro, nel marzo scorso avrebbe cercato di pagare stipendi e contributi previdenziali con denaro della società Kreare Impresa, “reperito con operazioni sospette, poiché poste in essere – si legge negli atti giudiziari – con soggetti tutt’altro che cristallini”. È uno dei particolari che emergono dall’ordinanza d’arresto nei confronti di Giancaspro nella parte in cui il giudice spiega che le esigenze cautelari si basano sul pericolo di reiterazione del reato perché Giancaspro “opera ancora nel settore imprenditoriale” e, in particolare, per il suo “ruolo di azionista totalitario e amministratore della FC Bari spa”.
In particolare Giancaspro – ricostruisce il gip – nel marzo scorso, in prossimità del pagamento degli F24 della società sportiva, aspettava che arrivasse nelle casse di Kreare Impresa una somma di circa 3 milioni di euro “da un non meglio individuato fondo libanese”. Avrebbe quindi cercato di creare una società con sede a Londra con conto corrente in una banca a Francoforte per riuscire a far poi transitare il denaro “in pochissimo tempo (un giorno) nelle casse della FC Bari”. Operazione della quale Giancaspro avrebbe parlato anche ad un funzionario della Banca Popolare di Bari.
“Per evitare verosimilmente segnalazioni antiriciclaggio” – è scritto sempre nell’ordinanza di arresto – un altro soggetto, un siciliano accusato di reati di mafia e riciclaggio collegato a esponenti della ‘Ndrangheta crotonese e direttamente collegato al fondo libanese, avrebbe suggerito di creare tre diverse società europee “come schermo”. “Stando a quelli che sono stati gli esiti delle vicende del Bari Calcio (mancata iscrizione alla serie B e istanza di fallimento) – dice ancora il gip – non vi fu esito positivo”.