Settimana di sangue a Bari, la criminalità organizzata ha ripreso a sparare per strada a Madonnella come a Carbonara, due agguati, un omicidio, due feriti gravi. Oggi un’altra sparatoria al San Paolo, a pochi passi da una scuola: sembra che i clan, in questo caso, non c’entrino nulla ma resta il problema della facilità nel reperire un’arma, ormai a portata di tutti, e premere un grilletto. Le cosche sono in guerra ancora e i mafiosi non si fanno troppi scrupoli nel dare vita ad azioni armate tra donne, bambini o automobilisti inermi. La droga circola a fiumi, le pistole entrano in funzione con estrema facilità, i commercianti sono ostaggio di estorsori e strozzini. La “manovalanza” criminale spadroneggia, tra furti e rapine, andando a rimpinguare le casse dei clan.
Eppure, a far discutere l’opinione pubblica sui social network è soprattutto l’aggressione compiuta da esponenti di CasaPoud contro i manifestanti del corteo “Mai con Salvini” lo scorso 21 settembre al Libertà. Come risposta sono state indette ulteriori manifestazioni. Questa sera in piazza Prefettura sono previste 3mila persone, secondo le stime, per manifestare contro la violenza fascista. Saranno presenti anche il sindaco Antonio Decaro, il governatore Michele Emiliano, lo storico Luciano Canfora, oltre a diversi partiti e associazioni, come Arcigay e il collettivo dell’Ex Caserma Liberata. E sabato 29 settembre un secondo corteo “contro il Decreto Salvini razzista e classista”. Per carità, nessuna sottovalutazione di quanto accaduto la settimana scorsa, un gesto vile da condannare e perseguire penalmente. Ma siamo sicuri che è il fascimo il nemico di Bari? L’aumento dell’intollerenza e della violenza, a nostro avviso, non ha radici ideologiche ma economiche e sociali: l’aumento della povertà, il degrado urbano, le periferie abbandonate e lasciate in mano ai clan, la devianza minorile hanno portato Bari verso questo baratro.
La realtà, testimoniata dall’escalation di violenza, suggerirebbe priorità meno “politicizzate”. Il contrasto, senza distinzioni di classe sociale o appartenenza partitica, ai 17 clan cittadini e il rafforzamento dell’ordine pubblico ormai fuori controllo. “L’unica razza schifosa è quella mafiosa”, è la scritta riportata su un cartello all’evento “Mai con Salvini”. Lo slogan giusto per porre un freno alla guerra tra i gruppi malavitosi Strisciuglio e Palermiti.