La Puglia ha confermato per questa estate appena terminata numeri da capogiro sul turismo. Un successo ormai aspettato che però ha visto dei buchi neri. Come il caso Gallipoli, che ha registrato un calo tra il 5 e l’8 per cento di presenze. Ne abbiamo parlato con Francesco De Carlo, presidente regionale di AssoHotel.
Presidente, come è andata l’estate per la Puglia del turismo?
“I numeri sono stati molto buoni. Si è tanto parlato di un caso Gallipoli sul quale è evidente che bisogna farsi domande, ma nessuno può dire che la Puglia sta indietreggiando. Dobbiamo però cominciare proprio dal caso Gallipoli per capire che l’offerta turistica in Puglia ha bisogno di una serie di regole, che attualmente non ci sono. Parlo del sommerso, dell’abusivismo che hanno colpito la reputazione del territorio di Gallipoli. Stiamo quindi lavorando con la Regione per regolamentare l’intera materia. Anche perché non possiamo nascondere l’effetto sociale del turismo”.
In che senso?
“Con tutto quello che è accaduto nel Sud e nella nostra regione, se non ci fosse stato l’incremento del turismo avremmo avuto molti più problemi in termini di disoccupazione. Il turismo è un’ancora a cui aggrapparsi perché continua a dare lavoro. E se riuscissimo nel piano della destagionalizzazione, si aprirebbero molte più opportunità”.
Quindi una strategia per attirare turisti non solo in estate
“Esattamente. Come capita nella Valle d’Itria che per noi di Asshotel è il modello di riferimento. Bisogna valorizzare le nostre potenzialità, creare pacchetti che puntino sulla cultura e sulla natura ad esempio”.
Che ci dice di Bari?
“Quasi il 70 per cento dei crocieristi non si ferma neanche a Bari, bisogna puntare su un turismo stanziale. Bari ha una identità di città business, però non riesce ancora ad offrire opportunità al turismo vacanziero. Il capoluogo di regione sta cercando la sua immagine nuova, ma avrebbe bisogno di una migliore offerta turistica, di divertimento, culturale, avrebbe bisogno di farsi conoscere meglio. Le carte ce le ha tutte”.
Cosa si potrebbe fare per rilanciare il territorio anche in autunno e inverno?
“Tra le varie proposte che abbiamo presentato, abbiamo visto che il sistema degli eventi porta molto movimento. La stagionalità la riusciamo a modificare organizzando appuntamenti e grandi eventi anche in altri periodi dell’anno. Spesso gli organizzatori di un evento molto ben fatto, come ad esempio posso pensare al Bacco delle Gnostre a Noci, non riescono ad attirare turisti da fuori regione. Se su quell’evento si riuscisse a generare un mercato ben più ampio, con pacchetti in grado di coinvolgere anche i territori limitrofi, si creerebbe un indotto senza precedenti”.
Qual è il ruolo degli albergatori nel rilancio del turismo in Puglia?
“Noi come albergatori abbiamo dato la disponibilità a restare aperti anche in periodi più lunghi, senza abbassare la qualità. Ma se poi i voli più importanti si fermano ad ottobre, ad esempio, di cosa stiamo parlando? Ci vuole l’impegno di tutti. Abbiamo un’offerta incredibile in Puglia, ci sono tre patrimoni Unesco, siamo vicini a Matera che si sta preparando per il 2019, e poi? Quando si parla di organizzare appunto l’accoglienza, predisporre pacchetti, strategie con prezzi giusti, accordi commerciali con tour operator, sembra che non si faccia nulla. Le risorse ci possono pure essere, ma non sempre vengono spese al meglio”.