La Conferenza permanente presso la Corte di Appello di Bari ha approvato, apportando qualche piccola modifica, la proposta di organizzazione degli uffici giudiziari penali nel palazzo ex Telecom nel quartiere Poggiofranco, chiedendo però al Ministero di fornire un cronoprogramma dei lavori e, quindi, della disponibilità dell’immobile per traslocarvi Procura e Tribunale.
Dopo la dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz, gli uffici penali sono stati suddivisi in diverse sedi dislocate a Bari e in provincia e il trasloco è tuttora in corso (lo sgombero totale è fissato al 31 dicembre). Nei prossimi mesi, quindi, si dovrà procedere ad un secondo trasloco per riaccorpare tutti gli uffici giudiziari in un’unica sede. Il palazzo, che da contratto sarà liberato dagli attuali inquilini il 9 novembre, comprende 12 piani due dei quali interrati che saranno destinati agli archivi e gli altri dieci ad aule di udienza e uffici, ripartiti quasi a metà fra Procura e Tribunale. L’immobile dovrà essere sottoposto a lavori di adeguamento che non è ancora chiaro quando tempo richiederanno. I lavori più invasivi riguarderanno le aule con le celle di sicurezza per i detenuti, impianti di stenotipia e videoconferenza. Saranno anche realizzati due grandi ascensori esterni fino al terzo piano (i quattro Interni sono ritenuti insufficienti per il flusso di persone previsto), per l’accesso del pubblico alle aule del Tribunale.
A disposizione degli uffici penali resterà comunque il palazzo Inail di via Brigata Regina, dove il piano terra sarà usato per uffici del Tribunale e gli altri sette per la Polizia giudiziaria. In attesa che si conoscano i tempi per il trasloco, proseguono i lavori per rendere fruibile l’ex sezione distaccata di Modugno, dove già da ottobre inizieranno a celebrarsi i processi per direttissima e poi, a partire dalle settimane successive, quelli ordinari rinviati a giugno nella tendopoli e che dovranno passare da udienze di smistamento già fissate nella sede di piazza De Nicola. Potrebbero partire a fine mese le prime notifiche degli altri 8.500 processi sospesi per legge