Il piano di contrasto alla Xylella, che nelle intenzioni del Governo sarà approvato entro la fine del mese e sul quale si è recentemente tenuta una riunione tecnica al Mipaaft, deve contenere un cronoprogramma con tempistiche certe e immediate, che preveda: la certificazione di piante infette; l’eradicazione delle piante certificate infette nelle zone cuscinetto e nella nuova zona dichiarata infetta dallo scorso giugno e di quelle situate nel raggio di 100 metri, anche nell’ultima zona infetta, ovvero quella del brindisino; l’obbligatorietà di trattamenti con prodotti autorizzati; il rafforzamento della ricerca e della sperimentazione; la garanzia di un ristoro congruo e immediato per tutte le imprese agricole, ma anche per i frantoi e i vivaisti, danneggiati dall’epidemia”. Lo afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione dell’odierna audizione sul tema di rappresentanti del Cnr, svoltasi in Commissione Agricoltura della Camera.
“Un’altra questione da non sottovalutare e da inserire nel Piano è quella della bruciatura delle piante abbattute, la quale va necessariamente eseguita in loco, evitando che la legna o i residui dell’eradicazione vengano utilizzati per altri scopi, rischiando così di allargare ulteriormente l’epidemia”, suggerisce il presidente.
“La Copagri ha sempre sostenuto l’utilizzo di prodotti fitosanitari e delle buone pratiche agricole, unitamente al sostegno alla ricerca scientifica, per cercare di fermare l’avanzata del batterio”, ricorda Verrascina, rimarcando l’importanza di tenere alta attenzione sulla questione Xylella.
“Vale la pena di sottolineare nuovamente il dato secondo cui, in soli cinque anni, dal 2012 al 2017, è andato perso oltre un terzo della produzione olivicola della Regione Puglia, pari a circa 900mila quintali di olio d’oliva”, conclude il presidente della Copagri sulla base di quanto emerso in occasione delle audizioni in Commissione Agricoltura della Camera.