“L’impostazione politica dell’autonomia differenziata così come declinata da alcune Regioni si può ascrivere a manifestazioni di un disegno politico più generale delle forze di Governo che mira allo smantellamento del welfare pubblico,della solidarietà nazionale e comporterà un accrescimento delle diseguaglianze. Per questo condividiamo l’appello di intellettuali ed economisti “No alla secessione dei ricchi”. Lo afferma la segreteria regionale della Cgil Puglia, Antonella Morga, che in una nota ricorda come “si tratta di una impostazione che ,a partire dal Veneto, mira ad un sistema agli antipodi dell’idea di solidarietà e perequazione prevista dalla Costituzione. Avvertiamo seri rischi di tenuta complessiva del paese, quindi democratica”.
Vi è stata per la Cgil Puglia “una evidente accelerazione con il mutato quadro politico nazionale, con uno stravolgimento delle preintese sottoscritte con il Governo precedente, in cui già erano presenti forti criticità, sia per l’ampliamento delle materie su cui si richiede maggiore autonomia sia per la pretesa di legare le risorse da trattenere per l’esercizio delle funzioni aggiuntive alla capacità fiscale del territorio, come richiesto dal Veneto.
Con la Regione Puglia, che è tra le amministrazioni che hanno avanzato richiesta di autonomia differenziata “abbiamo la necessità di avviare immediatamente un tavolo di discussione. Lo faremo condividendo la richiesta di confronto anche con Cisl e Uil, perché con responsabilità si recuperi senso di unità del paese e rispetto della Costituzione! Un percorso che ribadiremo al presidente Emiliano, il quale deve essere consapevole di come vi sia un uso strumentale della questione autonomia e della questione fiscalità. Concetti strumentalmente enfatizzati che portano a pericolose derive scissioniste.
Così come siamo preoccupati sulle ricadute che questa ridefinizione delle competenze legislative potrà avere su determinati istituti, a partire dal contratti collettivi nazionali di lavoro. È messa a serio rischio l’universalità dei diritti civili e sociali e lo stesso contratto nazionale. Per noi non è questa la strada da seguire e lo ribadiremo con forza in ogni occasione e a ogni tavolo istituzionale”.