Mancano poche ore dallo sgombero del palagiustizia di via Nazariatz (previsto per domani), come indicato dal sottosegretario Vittorio Ferraresi, nonostante la proroga di quattro mesi concessa dal sindaco Antonio Decaro su richiesta dell’Inail.
“Entro il 31 agosto in via Nazariant non deve rimanere nessuno. Non si possono tenere persone in uffici dichiarati a rischio crollo”, ha detto in una intervista a “La Gazzetta del Mezzogiorno”
Questa mattina la Camera penale insieme all’Ordine degli avvocati ha ribadito la necessità di una soluzione ponte per non bloccare la giustizia penale barese. Mentre la ricerca di mercato non ha ancora individuato una sede definitiva e risultano insufficienti gli spazi tra gli edifici di via Brigata Regina e quello di Modugno.
“Siamo in un vicolo cieco – ha commentato Francesco Giannella, procuratore aggiunto -. Non sapremo come fare a ricevere un atto, una proroga di intercettazione telefonica per la criminalità organizzata. Un’emergenza assoluta. I nostri documenti sono nel palazzo a rischio crollo. La soluzione va trovata e subito”. Giannella ha sottolineato anche una certa “indifferenza da parte dei cittadini” rispetto a quanto sta accadendo. “Ma il peso di quello che sta succedendo si riverserà proprio sulla quotidianità, per il mancato contrasto alla criminalità”.
“Noi oggi – ha detto ancora Giannella – abbiamo un problema, non sappiamo cosa fare. Ci è stato detto che domani dobbiamo uscire, ma dove dobbiamo andare? Le carte dei nostri processi sono tutte lì. Per favore, – ha continuato Giannella rivolgendosi ai politici presenti – mettete da parte le polemiche. Vi prego, dobbiamo risolvere questo problema subito, perché domani non sapremo come ricevere un atto, non sapremo come fare una proroga di una intercettazione telefonica di una indagine di criminalità organizzata. Poi, dopo, sarà il momento di domandarci come mai siamo arrivati a questo punto e chi sono le persone o gli enti che sono stati assenti”. Giannella ha evidenziato “l’impressione, ed è questo mi amareggia di più, che la gente non si renda conto. La cosa che fa più male è la mancanza assoluta di cultura delle istituzione, del servizio, dell’importanza essenziale della giurisdizione. La gente non ha capito che è un problema loro, che questo Paese, questa città, questa regione, questa provincia, questo distretto, avranno problemi seri di sicurezza. E questo riguarda i cittadini che si fanno tanti sorrisetti pensando alle tende”, dove sono state celebrate per un mese le udienze di rinvio.
All’incontro hanno preso parte anche i rappresentanti politici: il deputato Pd Marco Lacarra, il candidato sindaco Irma Melini, i consiglieri comunali Sabino Mangano (M5s) e Giuseppe Carrieri (Gruppo Misto). “Gli avvocati affrontano sacrifici e difficoltà lavorative. Dobbiamo affrontare il problema senza distinzioni tra maggioranza e opposizioni”, ha aggiunto Giovanni Stefanì, presidente dell’Ordine degli avvocati. “Non si può rischiare altri due mesi di stop”, ha concluso Gaetano Sassanelli, presidente della Camera Penale.
Intanto, il deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto ha presentato un esposto contro il ministero della Giustizia per denunciare “l’interruzione di pubblico servizio, turbamento grave della regolarità del servizio della giustizia penale”.