Problemi di corrosione, umidità, distacco di calcestruzzo. Lo si legge dai verbali di una riunione al Provveditorato alle opere pubbliche della Liguria, anticipati dall’Espresso: La situazione dei tiranti del ponte Morandi crollato a Genova era nota da tempo sia alla società Autostrade che al Ministero.
Sarebbe proprio la rottura di quei tiranti una delle cause del crollo. La commissione d’indagine è presieduta dal provveditore ligure Roberto Ferrazza e tra i suoi membri c’è anche il professor Antonio Brencich. Entrambi facevano parte del Comitato tecnico amministrativo che a febbraio aveva analizzato il progetto di Autostrade, dando l’ok a lavori per quasi 25 milioni. Il comitato aveva analizzato la documentazione e gli esami tecnici, dai quali risultavano — come riportato dall’Espresso — “alcuni aspetti discutibili per quanto riguarda la stima della resistenza del calcestruzzo degli stralli, evidenziando un lento trend di degrado dei cavi» dei piloni 9 e 10 con «quadri fessurativi più o meno estesi, presenza di umidità, fenomeni di distacchi, dilavamenti e ossidazione». Nella relazione tecnica si parlava di un grado di ammaloramento tra il dieci e il 20 per cento.