Sono oltre 55 gli episodi di suicidio che negli ultimi tre anni si sono registrati tra le fila della polizia penitenziaria.
A lanciare ancora una volta l’allarme sulle condizioni di vita di quanti operano a stretto contatto con la popolazione carceraria è il segretario nazionale del Coordinamento sindacale penitenziario Domenico Mastrulli all’indomani del suicididio di un agente barese di 35 anni, toltosi la vita con la pistola d’ordinanza nel parcheggio del carcere di San Gimignano, in Toscana. Il segretario del sindacato autonomo snocciola afferma: “In Italia ci ritroviamo con 35mila poliziotti penitenziari distribuiti su tutto il territorio nazionale contro una dotazione organica drasticamente ridotta rispetto alle 46mila unità del 2001. In questi anni il dramma dei suicidi è salito vertiginosamente. E’ quasi un bollettino di guerra se si pensa che i casi di suicidio sono complessivamente oltre 120. Un numero spropositato di vittime le cui cause – spiega Mastrulli – devono essere ricercate nelle particolari condizioni di vita degli agenti e del contesto lavorativo in cui trascorrono gran parte della giornata, spesso lontani anche dalle famiglie, costretti a vivere in caserme alloggio fatiscenti. Un problema che preoccupa il sindacato autonomo Cosp il quale da tempo si batte per migliorare la qualita’ della vita e il benessere del personale. I temi toccati da Mastrulli riguardano anche la sicurezza nei luoghi di lavoro che, stando alle numerose denunce, spesso viene a mancare. A poche ore dai funerali dell’agente scelto Vitantonio Morani, segretario provinciale del Co.s.p. per sei anni in servizio nel carcere di San Gimignano, si registra la rabbia e l’amarezza dei colleghi dell’agente 35enne”.