Nell’ambito delle possibilità offerte dalla legge sul testamento biologico, “ad oggi sono 42 i cittadini baresi che hanno voluto redigere le proprie disposizioni anticipate di trattamento (Dat) consegnandole all’ufficiale di Stato civile, il che conferma il valore di una legge attesa da molti anni che ha portato il nostro Paese a colmare un gap pesante in tema di libertà civili”.
Lo afferma in una nota l’assessore ai Servizi demografici del Comune di Bari, Angelo Tomasicchio, evidenziando che “la scelta di 42 baresi di rivolgersi agli uffici comunali per esprimere la propria volontà su un tema così delicato, è indice della fiducia di cui l’istituzione che rappresentiamo gode, nonostante tutte le difficoltà”. L’assessore ricorda “che già nel marzo del 2016”, quindi prima dell’entrata in vigore della normativa sul testamento biologico, “il Consiglio comunale di Bari aveva approvato un ordine del giorno proposto dalla commissione permanente Welfare, presieduta dal conigliere Laforgia, per istituire un registro dei testamenti biologici e predisporre il relativo regolamento attuativo”.
“In altre parole – precisa Tomasicchio – i residenti del Comune di Bari che avessero redatto il documento contenente le proprie dichiarazioni di volontà anticipate, avrebbero potuto dichiararne l’esistenza e il luogo dove erano custodite ai fini dell’annotazione ufficiale nel registro». «Un atto significativo – rileva – che rispondeva all’esigenza, da più parti espressa, di poter scegliere per tempo se essere o meno sottoposti a trattamenti sanitari in caso di malattia, lesioni celebrali irreversibili o patologie invalidanti”.