Associazione per delinquere dedita al caporalato in agricoltura, tre arresti e quattro persone ai domiciliari. Con il sequestro di beni per oltre un milione di euro e il controllo giudiziario di un’azienda. E’ il risultato dell’operazione “Macchia nera” da parte dalla guardia di finanza in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Bari Rosanna de Cristofaro.
Le indagini hanno portato all’arresto di un “caporale” di Mola di Bari, l’amministratore e l’addetto alla contabilità di un’azienda agricola di Bisceglie. Sono ritenuti i responsabili di un consolidato sodalizio criminoso dedito al reclutamento e allo sfruttamento di braccianti nella raccolta dell’uva da tavola e delle ciliege. L’azienda sotto sequestro conta mille dipendenti l’anno e il sequestro preventivo interessa immobili, terreni, autovetture, rapporti bancari e postali con un importo complessivo di un milione di euro.
I lavoratori migranti venivano reclutati nel sud-est barese e condotti in autobus presso i tendoni agricoli. I turni di lavoro, dal giorno alla notte, superavano le 10 ore continuative per 28-30 giorni consecutivi.