“La città di Bari in questi giorni rischia di subire la cancellazione della sua lunga storia calcistica. Con la sua scomparsa i beniamini della domenica, i nostri calciatori, che erano già pronti anche per questa stagione calcistica ad indossare i colori della città sportiva dovranno cercare altre piazze nelle quali farsi acclamare e applaudire. Quando si parla del mondo del pallone, dei momenti di gloria e di successo, si dà grande importanza all’aspetto sportivo ma poco si sa e si conosce di cosa c’è dietro le quinte”. E’ quanto scrive la Slc Cgil sul prossimo fallimento della società biancorossa.
“Con questo nostro comunicato – spiega il sindacato – vogliamo far emergere la poca considerazione del lavoro. Dietro la magia che fa palpitare il cuore del tifoso nel veder vincere la propria squadra del cuore, dietro le magliette sudate e indossate dai pupilli acclamati e portati in trionfo, che la domenica calpestano lo stadio della città, dietro ogni goal realizzato in quella rete gonfiata dalla prodezza di un campione, e su quel campo ben trattato, rasato e segnato con precisione per delimitare il terreno di gara, e sulle scrivanie coperte dai comunicati emessi dalla federazione italiana gioco calcio, letti e commentati da occhi attenti e menti esperte di tesseramento e di regole amministrative, e ancora, dietro ad ogni domenica allo stadio e dietro ad ogni partita disputata dalle centinaia di ragazzi che militano nelle squadre giovanili di ogni società di calcio ci sono donne e uomini che con sapienza e sudore svolgo lavori impegnativi e faticosi. All’ombra del palcoscenico dei campi di calcio aggiunge – calpestati dai campioni conosciuti e osannati ci sono le lavoratrici e i lavoratori, persone in carne ed ossa che con la parola fine, messa sulla storia del Bari Cacio, perderanno il loro lavoro”.
“Dietro alla Bari calcistica, oltre ai giocatori, al pubblico appassionato, dietro a tecnici, staff sanitario e sportivo, ci sono, poco visibili e molto poco conosciuti anche 20 dipendenti – conclude la Cgil – che con vari incarichi e mansioni, per la società sportiva della città, fino ad oggi hanno lavorato. Lavoratrici e lavoratori, che in questi mesi, conoscendo le difficoltà della società, hanno aspettato la corresponsione della retribuzione, paghe del valore di poco superiori ai mille euro mensili. Retribuzioni arretrare al mese di maggio, che si aggiungono, per molti di loro, a riduzioni di salario dei mesi scorsi, concordate o addirittura decise unilateralmente dalla proprietà.
La Camera del lavoro di Bari e la Slc Cgil di Bari, la federazione di categoria, raccolte le preoccupazioni, l’esigenza e le necessità di tutela hanno già preso in carico i problemi sollevati da questi lavoratori invisibili.
La segreteria Provinciale della Slc ha immediatamente convocato una assemblea di tutti i dipendenti. Nella discussione, oltre alla tutela di quanto, lavoratori e lavoratrici hanno maturato e vantano per retribuzioni arretrare e diritti eventualmente non riconosciuti, è emersa, fondamentale, la preoccupazione per la prospettiva e per il futuro occupazionale.
A tutela e a difesa dei posti di lavoro, che per quanto di nostra pertinenza riguarda i dipendenti della Fc Bari 1908, a cui bisogna aggiungere i tecnici e gli operatori dello Sport, avanzeremo richiesta urgente di incontro al sindaco Decaro al quale rappresenteremo la necessità di inserire, nella manifestazione d’interesse per l’assegnazione del titolo sportivo per il nuovo Bari calcio, il mantenimento della occupazione di chi fino ad ora ha lavorato per l’attuale società, inserendo la clausola sociale per la salvaguardia dell’occupazione, strumento indispensabile per non disperdere importanti professionalità e preservare le condizioni dei lavoratori e delle loro famiglie
Il mondo dello sport, e quello del calcio più di altri, ha bisogno di una legge di riforma generale del sistema. Le norme che lo regolamentano sono impenetrabili e a completo dominio delle federazioni sportive e del Coni. Come già da tempo sostiene dalla Cgil in un documento denominato “Diritti in gioco” vanno definite regole trasparenti e chiare che intervengano anche nel riconoscimento dei diritti di chi nello sport svolge il proprio lavoro in modo competente e professionale.