“Hanno chiesto i voti dei no-Tap, illudendoli di osteggiare il progetto. Alessandro Di Battista, in una manifestazione dell’aprile 2017, ricordava come fosse giusto scendere in piazza e protestare e aggiungeva rivolto ai presenti ognuno di voi chiami due, tre amici e andate al presidio e non dovrete sbagliare niente, bollando l’opera come inutile. Un concetto già espresso nel 2014, in una nota congiunta, da deputati e senatori. Ma appena arrivati al governo è stato tolto il velo all’opportunismo: il progetto andrà avanti. La ministra Lezzi ha ammesso che non ci sarà alcuna modifica. Come per gli F35 è stato dato un contentino: l’analisi dei costi-benefici. Nessuna intenzione di fare barricate, come promesso. E chissà se Di Battista scenderà di nuovo in piazza a protestare”. Lo dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, sulla costruzione del gasdotto con arrivo in Puglia.
“Gli esponenti del M5S – aggiunge Civati – dicevano inoltre che l’argomento delle penali, adottato dal governo precedente, fosse falso, accusandoli di interessi diretti nella vicenda. Ora diranno lo stesso di Conte e dei suoi ministri? Del resto, molto abilmente, il tema del Tap era stato stralciato dal contratto di governo per evitare che qualche attivista dei 5 Stelle potesse apprendere le reali intenzioni dell’alleanza con la Lega. Chissà quale imbarazzo avrebbe provocato, infatti, la lettura dei 4 motivi per dire no all’opera illustrato nel 2013: impatto sull’ambiente, effetti sulla salute, conseguenze negative sull’economia locale e la già menzionata inutilità”.