Investire sulle donne per favorire lo sviluppo e la sicurezza alimentare nei contesti rurali dei Paesi del Mediterraneo è l’obiettivo del programma Gemaisa (Enhancing gender mainstreaming for Sustainable rural development and Food security actions), finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, e attuato dal Ciheam Bari (Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei) nella cui sede si è tenuto, il 17 e 18 luglio, un incontro per analizzare i piani di sviluppo di Egitto, Libano, Tunisia, Palestina, Giordania e Marocco.
Tra i relatori c’erano rappresentanti di istituzioni dei Paesi beneficiari, Aics, Fao (divisione Social policies and rural institutions division Esp), World food programme, Un Women (Albania), International center for Agricultural research in the dry areas (Icarda), Union for the Mediterranean (Ufm), Confcooperative (Commissione donne dirigenti cooperatrici), Cia -Agricoltori italiani, Associazioni LeNove e Pandolea, Aidos ong, Università di Bari. I relatori hanno analizzato la complessità della situazione delle donne nelle aree rurali dei sei Paesi, evidenziando la necessità di agire in partenariato con le istituzioni, i ministeri e le comunità locali per sostenere un approccio multidimensionale all’empowerment (legittimazione) delle donne soprattutto nelle aree rurali più vulnerabili, anche attraverso il cambiamento delle norme sociali.
E puntando non solo sulla formazione e sulla emancipazione economica, ma valorizzando anche il loro ruolo nel mantenimento della pace e della sicurezza, migliorando le loro condizioni di vita e di lavoro. Il direttore del Ciheam Bari, Maurizio Raeli, ha incontrato le delegazioni dei Paesi beneficiari per individuare ulteriori forme di collaborazione, in virtù del ruolo che il Ciheam, attraverso le sinergie con le organizzazioni internazionali e gli attori della società civile della Regione mediterranea, ha nel tempo assunto nello sviluppo di politiche di genere e “women enpowerment”.