Nato al Sud, che ha Napoli come capitale. E cittadino del mondo. In una parola, «Napòlide», per dirla col titolo di un libro dello scrittore partenopeo Erri De Luca, che ispira l’omonimo spettacolo musicale con il Quartetto Ànema, in programma martedì 17 luglio (ore 21), nel Parco Localzo di Rutigliano per il festival Note di Notte diretto da Luciano Tarantino, che per l’occasione ospita la Società astronomica pugliese. Alla fine del concerto sarà, infatti, possibile osservare gli astri attraverso un telescopio posizionato all’interno del parco.
Il progetto musicale e discografico degli Ànema, formazione composta da Marcello Corvino (violino), Massimo De Stephanis (contrabbasso), Fabio Tricomi (oud, mandolino, tammorra, tonbak, darbuka) e Biagio Labanca (chitarra), nasce sul terreno del grande patrimonio musicale napoletano, che viene percorso su due direzioni dello stesso binario, il passato ed il presente. Del passato viene proposta una rilettura in una dimensione puramente strumentale: il canto è affidato agli strumenti canonici quali il violino, il mandolino, la chitarra, ma anche l’oud, strumento arabo che racconta quanto Napoli sia nel Mediterraneo, con i suoi suoni, i suoi strumenti e le sue melodie dalle radici diffuse, antiche e profonde. Radici che vengono da altrove e da lontano, in una stratificazione che delle molteplicità culturali ha saputo fare la somma, facendo diventare la diversità generatrice di originalità e bellezza.
Quest’idea di paesaggio musicale multietnico prevede, pertanto, anche l’utilizzo di strumenti percussivi arabi e persiani come la darbuka e il tonbak. E, accanto all’esecuzione di classici quali «Era de maggio», «Reginella», «‘O sole mio» e l’omaggio al grande Renato Carosone con «Tu vuo’ fa’ l’americano» e «‘O sarracino», «Concerto Napòlide» include musica originale degli Ànema, nata dalla vena creativa dei quattro musicisti. Trasferitisi da Napoli e dal Sud, i componenti degli Ànema si sono incontrati tra le aule del Dams di Bologna e tra le fila dell’Orchestra del Collegium Musicum dell’Università bolognese, prima di unire le rispettive esperienze tra classica, jazz, rock e tradizioni popolari, tutte presenti in questo viaggio alla ricerca di un’identità mai perduta.