Arrestato ieri in flagranza di reato l’uomo, un 43enne, accusato di una serie di reati a sfondo sessuale e denunciato con una lettera sul Corriere della Sera da una delle sue vittime. L’arresto è stato chiesto dal procuratore aggiunto Maria Monteleone che ha delegato le indagini al pm Stefano Pizza: il pm ha chiesto al gip la convalida dell’arresto per il reato di violenza sessuale e l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare. Il sospetto degli inquirenti è che lui sia autore di almeno sei episodi di molestie sessuali. Sempre lo stesso il modus operandi: bloccava le vittime e le molestava pesantemente. Non aveva una zona preferita, “colpiva” in tutta Roma.
La lettera
“Erano le 21, una sera d’estate, c’era ancora luce, scendo dall’auto e mi dirigo verso casa dei miei amici. Avevamo in programma una festa in terrazza il giorno successivo, mi aspettavano per ultimare i preparativi. La strada a senso unico che conduce al loro portone è poco trafficata, l’ho percorsa tante volte, sono tranquilla mentre penso a come disporre le fioriere di bambù per l’occasione e mi dirigo spedita – scriveva la ragazza in una sorta di lettera aperta -. Vedo con la coda dell’occhio una persona dietro di me, penso sia il mio amico Guido, sapevo che sarebbe andato anche lui a dare una mano e penso, mi vorrà fare uno scherzo”.
Ma non è Guido e non è uno scherzo: “All’improvviso sento una stretta da dietro con le braccia” e poi la descrizione di pesanti molestie. La ragazza scalcia e urla, “mi trovo davanti un individuo di mezza età, mingherlino che si ritrae, abbassa lo sguardo, alza le mani al cielo”. “Cerco di nuovo di allontanarlo scalciando, quello si volta e se ne va camminando velocemente in direzione di una piazza affollata. Grido di nuovo, chiedo a voce alta aiuto a una coppia che mi accorgo era lì davanti un altro portone. Mi colpiscono con uno sguardo di diffidenza e continuano a conversare tra loro. Grido di nuovo aiuto, urlo alla gente che passa a quelli seduti al bar, di fermarlo, dicendo che quell’individuo mi ha appena aggredita. Nessuno si muove. Ancora soltanto sguardi di diffidenza, quasi infastiditi dalle grida. Questa rabbia mi dà la forza di inseguirlo per 500 lunghissimi metri, i 500 metri più lunghi e strazianti della mia vita. Finalmente due ragazzini sul motorino accorrono in soccorso e lo bloccano: avranno 14 anni. La ragazza e un’altra donna alla fine sporgono denuncia e scoprono che un’altra vittima lo aveva fatto il giorno prima.