La Corte dei Conti ha approvato la parificazione del rendiconto generale della Regione Puglia per il 2017. “Complessivamente la Regione ha avuto una gestione sana dei propri conti. Il bilancio è positivo”, ha commentato a margine Agostino Chiappiniello, presidente della Sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte dei Conti, dove si è tenuta la cerimonia. Il rendiconto regionale si è chiuso con un passivo di circa 448 milioni di euro, confermando, anche nel 2017, “un livello di indebitamento che risulta essere più basso rispetto alla media di quello delle altre regioni italiane – ha spiegato nella sua relazione il procuratore regionale, Carmela De Gennaro – motivazioni che hanno indotto la società Moody’s, anche per tale anno, ad attribuire il rating Baa2, sebbene con un outlook negativo, in allineamento a quello della Repubblica Italiana”.
Anche per il 2017, rivela la relazione, risulta infatti rispettato il limite massimo di indebitamento del 20%, essendosi attestato all’11,15%, in miglioramento rispetto al 2016 (12,96%). La relazione, tuttavia, evidenzia alcune criticità, relativa soprattutto ai debiti fuori bilancio, legati in particolare alle consulenze legali esterne, e alla spesa farmaceutica, in diminuzione rispetto all’anno precedente ma sempre oltre il limite previsto. “Nel 2017 ben il 37% delle leggi di spesa emanate (19) – si legge nella relazione – hanno avuto ad oggetto il riconoscimento di debiti fuori bilancio, con una incidenza del 22 % sulla intera produzione legislativa. L’importo dei debiti riconosciuti ammonta complessivamente a circa 17 milioni di euro, di cui il 65 per cento legato a contenziosi legali e il 31 per cento ad acquisizioni impreviste di beni e servizi”.
Questi ultimi risultano in diminuzione rispetto al 2016, mentre la Corte dei Conti evidenzia un “eccessivo ricorso a incarichi legali esterni, che dovrebbe essere limitato a casi molto specifici e residuali, atteso che la Regione può avvalersi della proprio avvocatura interna”. Positivo il trend sulla spesa sanitaria, che rappresenta la gran parte di quella complessiva, con una incidenza pari ad oltre il 90 per cento. Unico dato negativo risulta essere il mancato rispetto dei tetti di spesa per l’assistenza farmaceutica convenzionata e ospedaliera, che ha raggiunto la prima l’8,76 per cento a fronte di quella massima del 7,96 e la seconda il 9,77 a fronte del limite fissato al 6,89 per cento. “Risulta così oltrepassato il limite di spesa complessivo previsto del 14,85 per cento, – spiega la Corte dei Conti – in quanto la Regione ha raggiunto la ben più alta percentuale del 18,53 per cento”, nonostante una riduzione di spesa rispetto al 2016 di 36 milioni di euro. Si evidenzia poi il dato positivo legato al raggiungimento di un livello essenziale di assistenza (LEA) “soddisfacente”, raggiungendo un punteggio pari a 169, “ovvero di piena aderenza agli standards ministeriali che prevede un punteggio minimo di 160”. Una ampia parte della relazione è poi dedicata alla spesa per le Agenzie regionali, le partecipate e i costi per il personale, aumentati del 4,1 per cento. In particolare le Agenzie regionali con le spese più elevata per il personale sono l’ARIF, Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, con 893 unità, pari a oltre 33 milioni e l’Arpa, con 424 unità pari a oltre 18 milioni di euro.