“Superare e modificare il decreto legislativo 102/2004, istituire un nuovo e più corposo fondo nazionale per i danni da calamità naturali, prevedere un più ampio e agevolato accesso alla copertura assicurativa per le imprese agricole danneggiate da eventi atmosferici di eccezionale entità e semplificare le procedure burocratiche per permettere, ad aziende e lavoratori, di usufruire delle agevolazioni previste”
La Cia Agricoltori Italiani di Puglia ha avanzato da tempo le sue proposte riguardanti i danni causati alle colture pugliesi dai repentini cambiamenti climatici.
“Chiediamo alla Regione Puglia di attivarsi per richiedere al governo la dichiarazione dello stato di calamità. Tutti abbiamo visto cosa è successo nel Salento, in provincia di Foggia, nella Bat e in provincia di Bari in questi ultimi giorni, con le grandinate, nubifragi violentissimi, bombe d’acqua e allagamenti”, ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia Puglia. “
Felice Ardito, presidente Cia Levante per le province di Bari e Bat, descrive, invece, la situazione generatasi nel territorio di sua competenza, in particolare alle viti e agli ulivi, colture prevalenti della zona.
Quali dimensioni ha la produzione agricola nel Barese?
“Per l’area Bari – Bat parliamo di circa 27000 ettari di colture frutticole, 9000 ettari di ortaggi, 120000 ettari di oliveti, 90000 ettari di grano duro”
Qual è la situazione dopo le bizze del tempo?
“A parte i gravissimi danni registrati sugli uliveti per i danni da gelo – spiega Ardito -, sono registrati problemi di allettamento dei campi di cereali a causa delle piogge nel periodo della raccolta con una perdita di circa il 15 % di rese, ma con un sostanziale mantenimento della qualità soprattutto per il grano duro”.
Cosa accade per la produzione vitivinicola?
“Per i vigneti le piogge hanno provocato alcuni attacchi di malattie fungine, combattute con trattamenti fungicidi ma le coltivazioni per fortuna non sono compromesse”.
Come si sta operando nei campi?
“Per l’uva da tavola gli sbalzi di temperatura che si sono registrati hanno accentuato la formazione degli acinini, per l’eliminazione dei quali occorre intervenire manualmente per rimuoverli dalla pianta e farlo con una certa celerità”
Cosa è accaduto per le altre colture?
“Per il settore frutticolo, per fortuna, non si registrano danni importanti. Le coltivazioni di albicocche e percoche sia a Nord che a Sud di Bari hanno registrato buone produzioni”.