Una gigantesca frode da 300 milioni di euro ai danni dell’Erario ha portato all’arresto di 17 persone in tutta Italia. Ieri, oltre 200 finanzieri hanno dato esecuzione a ventuno ordinanze di custodia cautelare ed eseguito perquisizioni nelle province di Bari, Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce, Macerata, Milano, Modena, Novara, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino, Venezia e Vercelli. L’indagine è della Procura di Milano, coordinata dai pm Gianfranco Gallo e Maurizio Ascione e delegata alla Guardia di Finanza di Rho. Sono finite in carcere cinque persone tra cui due commercialisti e dodici agli arresti domiciliari; quattro liberi professionisti sono stati colpiti dalla misura restrittiva dell’obbligo di firma e dall’interdizione per un anno dall’esercizio dell’attività e dal divieto di assumere uffici.
Oltre 50 gli indagati a piede libero. La frode è stata commessa con la costituzione da parte del gruppo criminale di un consorzio di società operanti nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni. Erano tutte finte srl intestate a prestanome con cui, attraverso rilevanti crediti Iva fittizi e bilanci false, si movimentavano capitali illeciti. Il Tribunale di Milano ha disposto anche la confisca di oltre 90 immobili tra ville di lusso, appartamenti, ristoranti, locali notturni, 35 auto tra cui numerose auto di lusso, due yacht, più di 200 compendi societari, conti correnti, disponibilità liquide, gioielli e sette cassette di sicurezza, per un valore complessivo di circa 60 milioni.
“Illeciti tributari di così ingenti proporzioni finiscono, per i contatti e le strutture serventi di cui necessitano, ad intrecciarsi con gli affari della criminalità organizzata”, in particolare quella pugliese. Lo scrive il gip Guido Salvini nell’ordinanza con cui sono state arrestate 17 persone, di cui 5 in carcere e le altre ai domiciliari, e per altre 4 è stato disposto l’obbligo di firma, nell’ambito dell’ inchiesta della Procura di Milano per una frode fiscale da 300 milioni messa in atto attraverso un sistema con al centro un consorzio leader e livello nazionale nel campo della macellazione e che conta circa 1400 lavoratori. Il giudice nel suo provvedimento ha ricordato che i pm della Dda di Bari hanno avviato “indagini relative all’associazione di tipo mafioso denominata Parisi, attiva anche nel settore della macellazione delle carni e che a uno dei suoi esponenti, Sicolo Emanuele, arrestato nel marzo 2016, faceva capo una società con sede a Bitonto, sottoposta a sequestro preventivo”. Come riporta il gip tale società nel 2015 e nel 2016 aveva ricevuto “bonifici per somme considerevoli, pari a oltre 1 milione di euro, a fronte di fatture per operazioni inesistenti”.