L’ex Procuratore di Bari Antonio Laudati è stato assolto con formula piena nel processo di appello che lo vedeva imputato a Lecce per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale, con l’accusa di aver rallentato l’inchiesta della procura barese sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini nelle residenze dell’allora premier Silvio Berlusconi (Ansa). I giudici della Corte d’Appello di Lecce, presidente Nicola Lariccia, hanno assolto Laudati dall’accusa di abuso d’ufficio «perchè il fatto non sussiste» con una formula più ampia rispetto al «perché il fatto non costituisce reato», sentenziato dai giudici di primo grado. Confermata inoltre l’assoluzione di primo grado per il reato di favoreggiamento personale con la condanna al pagamento delle spese processuali per l’ex pm di Bari Giuseppe Scelsi, costruitosi parte civile.
Anche il pg Giampiero Nascimbeni aveva chiesto l’assoluzione al termine della requisitoria. La sentenza di assoluzione era stata impugnata sia dall’ex procuratore capo di Lecce Cataldo Motta che dallo stesso Laudati: quest’ultimo per dimostrare la totale correttezza del proprio operato. Al momento della lettura del dispositivo, l’ex procuratore di Bari, aveva già lasciato l’aula insieme ad uno dei suoi legali. «Siamo soddisfatti perché dopo otto anni si chiude una lunga battaglia giudiziaria che dimostra quello che avevamo sempre sostenuto – commenta Carlo Di Casola – ad aver difeso Laudati insieme al collega Andrea Castaldo. C’è il rammarico perché sebbene finisca con una assoluzione con formula piena, niente potrà mai ripagarlo dai gravi danni professionali e personali subiti dalla vicenda»