“Il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se accelerare l’approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet”. Wikipedia oscura le sue pagine e impone agli utenti di tutto il mondo una schermata (questa è stata realizzata dalla comunità italiana) in cui presenta il problema legato alla possibile approvazione della grande assemblea europea della proposta di direttiva (già passata in commissione giuridica con i voti, tra glia altri, favorevoli del Partito popolare europeo e di Alde e quelli contrari della Sinistra europea) per la nuova regolamentazione del diritto d’autore su internet. Una iniziativa lanciata dai grandi editori che penalizzerebbe gli utenti e i giornali che lavorano attraverso l’utilizzo di informazioni e le condivisioni con le piattaforme social, proprio come Borderline24.
Molto criticati sono gli articoli 11, 12 e 13 della proposta di direttiva che il Parlamento europeo in seduta plenaria vaglierà il prossimo 5 luglio a Strasburgo, con la possibilità di accelerare l’iter di approvazione previsto tra dicembre 2018 e gennaio 2019. Di fatto i contenuti pubblicati da un utente internet non saranno condivisibili da Facebook e altri social network se non in cambio di un compenso proporzionato. Ciò comporterà, ovviamente, una riduzione delle notizie circolanti sui social, in quanto avranno un costo non facilmente sostenibile. E ciò, di conseguenza, comporterà una riduzione dei lettori e degli utenti per le testate di informazione web che, di fatto, vivono di pubblicità attraverso le inserzioni sui propri siti. La pubblicità è strettamente legata al numero di lettori.
“Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione – scrive Wikpedia -, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere. La proposta – prosegue – ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee (qui), 169 accademici (qui), 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica (qui) e di Wikimedia Foundation (qui)”.
Il messaggio si conclude con un invito ai parlamentari europei di respingere o modificare la proposta contenuta negli articoli 11,12 e 13 per “poter continuare a offrire un’enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili”.