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Bari, il Comune “blinda” gli edifici storici: da Madonnella a Murat vincoli funzionali per le ristrutturazioni

Pubblicato da: redazione | Sab, 30 Giugno 2018 - 17:30

Dopo le aree produttive, gli edifici di particolare rilevanza storica e architettonica. Il consiglio comunale di Bari ha posto un nuovo limite al “Piano casa”, approvando una nuova delibera relativa all’applicazione della legge regionale 14 del 2009. Beneficiari della limitazione sono quegli edifici ricadenti nei quartieri Madonnella, Murat e Libertà identificati dal 2010 dagli Uffici della ripartizione Urbanistica, di cui è stata riconosciuta l’inopportunità della sostituzione attraverso diversi atti amministrativi, e gli immobili qualificati “segnalazioni architettoniche” diffusi in tutto il territorio comunale.

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L’amministrazione comunale aveva già provveduto nello scorso mese di marzo ad escludere dalla possibilità di intervento le aree produttive. La delibera approvata venerdì ha accolto l’emendamento presentato dal consigliere Marco Bronzini, e non approvato in quella circostanza per un cavillo formale, con l’obiettivo di tutelare tutti quegli edifici che, sebbene non siano vincolati direttamente dal codice dei beni culturali e del paesaggio, rivestono un particolare rilievo storico-architettonico. E che, dunque, saranno interessati da specifici vincoli funzionali.

Il Piano casa disciplina, come noto, l’esecuzione di interventi edilizi – ampliamento, demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso – anche in deroga alla pianificazione urbanistica comunale, fissando modalità, premialità in termini di incremento volumetrico e limiti specifici di applicazione con riferimento all’edificato esistente.

Nel territorio comunale di Bari le istanze presentate si sono decuplicate negli ultimi tre anni mettendo in gioco circa 800.000 metri cubi di volumi per nuove residenze. Allo stesso tempo la Regione ha devoluto ai Comuni la possibilità di escludere l’applicazione di questa norma derogatoria nelle parti del territorio comunale dove è ritenuta non opportuna “in relazione a caratteristiche storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche e alla funzionalità urbanistica”. E il Comune di Bari non si è lasciato pregare.

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