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Bari, San Girolamo come un “campus”, la Duse riorganizza gli istituti. Ma il quartiere si divide

Pubblicato da: Antonino Palumbo | Gio, 28 Giugno 2018 - 05:15

Spostare le due classi di prima elementare dell’anno scolastico 2018-2019 in un plesso poco distante dalla struttura principale, per recuperare un laboratorio di inglese e uno di musica. Questo l’intento di Gerardo Marchitelli, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Eleonora Duse di Bari, che utilizzerà due aule vuote del plesso E28, su strada San Girolamo per decongestionare la struttura principale, migliorare l’offerta scolastica e fruire dei fondi europei “sfumati” nel recente passato. Una decisione che, però, ha incontrato più di una resistenza fra i docenti, il personale amministrativo, i bidelli e i genitori degli alunni, anche se non manca una consistente parte che appoggia la scelta del dirigente scolastico.

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“Aspetto da tre anni la nuova scuola – spiega Marchitelli – e dopo che il plesso di Fesca è stato dichiarato a rischio crollo, mi hanno riempito ogni angolo della “Duse”, costringendomi a smontare i laboratori di inglese e musica. Ho già perso ottantamila euro di finanziamenti e rischiamo di perderne altri e così, visto che al plesso E 28 ho tre aule vuote, ho pensato di utilizzarle per le prossime classi prime elementari”.

Il dirigente scolastico risponde per le rime sia a quanti, fra i genitori, si sono lamentati dello spostamento e della difficoltà che potrebbero incontrare quanti devono accompagnare i figli in due strutture diverse, sia ai docenti che hanno contestato la scelta. “La distanza fra il nuovo plesso e la sede centrale è di 122 metri e ai genitori che dovrebbero accompagnare i figli in due plessi differenti abbiamo deciso di concedere quindici minuti in più per farlo. Quanto ai docenti, chi si lamenta lo fa soprattutto per il parcheggio interno, che nella nuova struttura non ci sarebbe. Ma noi non stiamo trasferendo un’intera scuola – conclude Marchitelli – stiamo spostando due classi di diciotto alunni, con l’obiettivo di recuperare due laboratori e ottantamila euro all’anno di finanziamenti. Voi cosa fareste?”.

 

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