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Puglia, a giugno è piovuto 10 volte di più rispetto al 2017. Coldiretti: “Danni enormi da tropicalizzazione”

Pubblicato da: redazione | Mar, 26 Giugno 2018 - 19:15

In Puglia a giugno 2018 è piovuto 10 volte in più rispetto a giugno 2017 con un aumento percentuale del 1.015% dei millimetri di pioggia caduti,  secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia su dati Assocodipuglia.

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“Notevoli danni e disagi per la tropicalizzazione del clima con temperature spesso più alte della media stagionale e diminuzioni repentine che causano shock termici a danno delle piante e violenti nubifragi con un aumento esponenziale dei millimetri di acqua caduti che per esempio in provincia di Lecce sono cresciuti di 3419% a giugno 2018 rispetto a giugno 2017”, commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.

Anche gli invasi del foggiano  Occhito, Capaccio, Osento e Capacciotti ad oggi contengo 14,7 milioni di metri cubi d’acqua in più rispetto al 26 giugno 2017, aggiunge Coldiretti Puglia,  dove il deficit idrico dei mesi precedenti è stato compensato evidentemente dalle piogge, divenute improvvise e violente.

“In alcuni comuni i dati pluviometrici sono particolarmente alti – aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – come ad esempio a Lucera a giugno 2018 sono caduti 136,4 millimetri di pioggia contro 0,2 di giugno 2017, a Fasano 89,8 millimetri mentre nel 2017 neppure una goccia di pioggia, a Squinzano 115,2 millimetri del 2018 contro 0,6 del 2017 e a Castellaneta 61,8 millimetri contro 1,4 millimetri di giugno 2017. La pioggia è manna per una regione a rischio desertificazione per il 57% del territorio, sempre che i fenomeni non siano così violenti da danneggiare pesantemente le colture orticole e arboree, così come sta accadendo negli ultimi mesi”.

Tra l’altro, la pioggia non va dispersa e per questo va avviato un programma di azione regionale, in linea con il Programma Nazionale, tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche misurando i flussi d’acqua che vanno all’industria, al potabile e all’uso irriguo, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani.

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