Ennesimo episodio di violenza contro un medico: è accaduto ieri ad Adelfia, dove un paziente psichiatrico, abituale frequentatore della sede di guardia medica, si è rivolto alla dottoressa di turno brandendo un coltello da cucina che ha detto di voler utilizzare per “farla finita”.
Quanto accaduto richiama alla memoria le condizioni che portarono nel 2013 alla morte di Paola Labriola nella sede del servizio di igiene mentale di via Tenente Casale a Bari. Anche in quel caso un paziente con problemi psichiatrici era riuscito ad entrare in ambulatorio con un coltello, nonostante le ripetute denunce che la dottoressa aveva sporto in precedenza sulla mancanza di sicurezza della sede.
Nel caso di Adelfia la vittima della violenza è stato il paziente stesso, che fortunatamente si è causato solo ferite superficiali. “Ma l’accaduto – dicono i medici della Fimmg – evidenzia le condizioni di scarsa sicurezza delle sedi per i cittadini, oltre che per gli operatori sanitari. Rende ancora più drammatico l’accaduto il fatto che ad Adelfia la dottoressa sia riuscita, in un momento di distrazione del paziente, a premere il pulsante di servizio di soccorso, attivato nei giorni scorsi in tutte le sedi di continuità assistenziale della provincia di Bari. L’intervento della vigilanza che gestisce il tele-soccorso è arrivato a distanza di ben 30 minuti dalla chiamata, quando la situazione si era fortunatamente già risolta.
“Sulla sicurezza è già stato avviato un tavolo fra Regione e sindacati – afferma Nicola Calabrese, segretario Fimmg Bari – chiediamo ora alla Regione di fare presto e di mettere in atto gli strumenti richiesti dall’intersindacale, adottando immediatamente provvedimenti capaci di tutelare realmente la sicurezza dei medici di continuità assistenziale. Chiediamo inoltre che sia valutata l’effettiva utilità del tele-soccorso per garantire la sicurezza perché riteniamo che sia necessario adottare misure strutturali di organizzazione”.