Motivazioni sbagliate e situazione paradossale, per uno sciopero che finisce solo per danneggiare gli imputati e il sistema giustizia nel suo complesso. Così con un messaggio ai penalisti italiani, pubblicato sulla sua pagina Facebook, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, si è espresso in merito ai tre giorni di sciopero, pur condividendo con le Camere penali l’opinione “sulle condizioni in cui versa la giustizia del Paese e l’irresponsabile incuria dei Governi che non hanno mai inteso operare seri investimenti”. Di seguito, la lettera di Bonafede.
“Il Ministero sta risolvendo la situazione di Bari e le Camere penali indicono tre giorni di sciopero con motivazioni per me completamente sbagliate. Per questo voglio rivolgermi a tutti i penalisti d’Italia, per spiegare loro la situazione paradossale in cui oggi ci troviamo.
Come tutti sanno mi sono ritrovato questa situazione in mano nei miei primi giorni da ministro. Il mio primo atto è stato proprio quello di andare a Bari per avere piena coscienza di una situazione veramente complessa. Ho fatto tutto ciò che era possibile fare e continuerò a farlo, parlando e confrontandomi con tutti.
Mi ero impegnato di fronte a tutti a compiere il primo passo della soluzione dei problemi degli uffici giudiziari di Bari tramite decreto legge: un atto urgente per porre fine a quella situazione mortificante per tutti – dagli operatori ai cittadini – al fine di consentire lo smantellamento delle tende in cui si svolgevano le udienze di rinvio dei processi penali.
Un procedimento condiviso con tutte le parti in causa e di cui ho informato costantemente il presidente dell’ordine degli avvocati di Bari. Nel frattempo il Ministero sta individuando l’immobile in cui consentire il trasferimento degli uffici in condizioni di sicurezza.
Lanciando l’astensione degli avvocati – da oggi a mercoledì prossimo – le Camere penali hanno parlato di “proposte incompatibili con il rispetto dei minimi standard di efficienza e della dignità della funzione difensiva”. Evidentemente devo dedurre che svolgere udienze in una tenda con temperature torride, invece, rientra appieno negli “standard minimi” di cui parlano.
Gli avvocati hanno deciso di astenersi dalle udienze per tre giorni, ne prendo atto. Ma ho il dovere di far presente che non vedo proprio la ragione di questa agitazione. Le Camere penali criticano il decreto che sospende i processi e cosa inducono a fare i propri iscritti? A farne rinviare tantissimi altri di processi, in tutta Italia, penalizzando i loro stessi assistiti che nulla hanno a che fare con la situazione che si è venuta a creare a Bari. E questo è il massimo del paradosso: protestare per qualcosa, amplificandone gli effetti fino a far pagare le conseguenze a chi con questa storia non c’entra proprio nulla.
Questo sciopero finisce solo per danneggiare gli imputati e il sistema giustizia nel suo complesso. Concordo però con le Camere penali quando denunciano le condizioni in cui versa la Giustizia del Paese e l’irresponsabile incuria dei Governi che non hanno mai inteso operare seri investimenti. Proprio per questo continueremo a lavorare per la soluzione dei problemi della giustizia, ma lontano dalla polemiche”.