Diciotto persone sono state rinviate a giudizio dalla Procura di Bari per il crac da 230 milioni di Ferrovie Sud Est. Tra gli accusati c’è anche Luigi Fiorillo, già commissario governativo, legale rappresentante e amministratore unico della società. Come riporta l’Ansa le accuse sono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, di dissipazione e distrazione di fondi. Stralciata la posizione di seipersone (i componenti del collegio sindacale di Fse tra il 2010 e il 2016 e due imprenditori), sui quali sono in corso ulteriori accertamenti. I fatti risalgono agli anni 2001-2015.
La società è stata poi commissariata e un anno fa è stata acquistata da Ferrovie dello Stato. I creditori hanno poi votato per il concordato preventivo salvandola dal fallimento. Oltre a Fiorillo, rischiano il processo Angelo Schiano, amministratore occulto (per l’accusa) e avvocato della società, Fausto Vittucci, revisore e certificatore dei bilanci Fse e altre 15 persone tra imprenditori, ex dirigenti e progettisti.
Secondo le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dai pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dall’aggiunto Roberto Rossi, Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprenditori, avrebbe dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsificando bilanci e esternalizzando servizi senza fare gare d’appalto.
Tra i fondi dissipati ci sono circa 27 milioni di euro dati all’avvocato Schiano per attività di assistenza e consulenza legale. Altri 53 milioni di euro sarebbe stati indebitamente erogati per la gestione di servizi informatici. Ci sono ancora 2 milioni di euro usati per la gestione dell’archivio storico e spese di carburante per 14 milioni di euro (40 per cento oltre il prezzo di mercato). L’udienza preliminare sarà celebrata il prossimo 6 luglio nell’aula bunker di Bitonto dinanzi al gup Francesco Pellecchia. Nell’ambito di questa inchiesta il primo febbraio scorso furono eseguiti dalla Guardia di Finanza sequestri per circa 90 milioni di euro e 11 indagati furono arrestati.
È ancora in fase di indagini preliminari, invece, l’indagine nei confronti di alcuni funzionari di Bnl, accusati di bancarotta perché – secondo i pm baresi – le loro condotte avrebbero aggravato la situazione debitoria di FSE