I furti di auto e case al rione Libertà, come in altri rioni, sono possibili solamente con il “beneplacito dei vertici dell’organizzazione” mafiosa di riferimento. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare che, ieri, ha portato all’arresto di oltre 100 persone tra i clan Diomede, Mercante e Capriati. “La possibilità di effettuare i furti – scrive il giudice – è espressione del controllo pervasivo del territorio da parte del clan Diomede-Mercante, controllato in maniera militare, non consentendo a soggetti associati ad altri gruppi di poter fare incursione nelle zone di influenza per non compromettere il proprio prestigio criminale.
Ricostruzione confermata dal boss Giuseppe Mercante che viene intercettato mentre parla con una persona: “Come voi non ci andate a rubare da nessuna parte, neanche loro possono venire a rubare qua da noi”. E se qualcuno sgarrava o “qualche ragazzino dava fastidio”, “veniva immediatamente redarguito”, dice un pentito, Giuseppe Simeone. Un altro collaboratore di giustizia, Antonio Passaquindici, spiega: “Per andare a rubare devono avere una copertura. Perché se loro vanno a fare i furti al Libertà e fanno dieci furti al giorno, invece di stare una denuncia ne stanno dieci. Il controllo è di più, poi dà fastidio a chi sta sulla zona. Va bene che tu hai l’abilità a rubare, però così tu mi rovini la zona, perché dieci denunce al giorno, da stare una pattuglia ne mettono cinque. E io che spaccio nella zona non devo stare attenzione ad una pattuglia ma a cinque. Se io so che tu hai fatto un colpo di un milione nel quartiere mio, mi devi dare la spartenza”.
I clan baresi Capriati e Mercante-Diomede, inoltre, puntavano al mercato dei fiori di Terlizzi. È uno dei particolari che emerge dalle 500 pagine di ordinanza d’arresto- Dalle indagini dei carabinieri del Ros emergono, infatti, “progettualità di reinvestimento dei proventi illeciti nel settore economico locale della floricoltura, itticoltura e della commercializzazione di prodotti alimentari, mediante la costituzione di società”. “Sui fiori a Terlizzi c’è un business incredibile – dicono i sodali nelle intercettazioni – bisogna imporre l’acquisto dei fiori a tutti i fiorai, prendiamo un bel giro”. Tra gli altri obiettivi economici dei due gruppi mafiosi c’erano anche il business delle slot machine e i servizi di vigilanza nei locali notturni, soprattutto discoteche.