Dal primo luglio i 1.355 precari della sanità pugliese (medici, infermieri, ostetriche, tecnici) potranno firmare i loro contratti a tempo indeterminato. E’ questa la data fissata per le stabilizzazioni dal dipartimento regionale delle Politiche della salute e comunicata ai sindacati durante un incontro con il capo Giancarlo Ruscitti e il dirigente Giovanni Campobasso.
I sindacati, però, lamentano la mancanza di chiarezza sui percorsi che le Asl pugliesi dovranno seguire, i criteri da adottare per le stabilizzazioni. Per questo motivo – ritenendo “insufficiente l’informativa ricevuta” – Cgil Cisl e Uil del pubblico impiego hanno unitariamente concordato di richiedere, con urgenza, “un tavolo di concertazione monotematico per definire un indirizzo uniforme sull’applicazione della stabilizzazione del personale interessato”. L’alta novità emersa è che il ministero dell’Economia, inviando il verbale che autorizza la Regione ad avviare i percorsi di assunzione e stabilizzazione, ha fissato dei paletti: in sostanza, nel documento il Mef stabilisce che la Puglia potrà assumere sino ad un massimo di 476 medici per l’emergenza-urgenza, 404 medici per altre specialità, 3.056 operatori socio sanitari e 34 ostetriche, mentre per gli infermieri non ha fornito alcuna indicazione precisa. Quelli che hanno maturato il diritto, secondo la legge Madia, ad essere assunti sono 897, Ruscitti ha garantito che nessuno verrà escluso. I medici da stabilizzare, invece, sono circa cento, almeno quelli inseriti nelle graduatorie stilate dalle sei Asl, i dirigenti sono 130. Complessivamente i lavoratori del comparto sanitario che, dal primo luglio, potranno ottenere un contratto a tempo indeterminato sono 1.355.
Le stabilizzazioni rispettano il decreto Madia, che è stato leggermente modificato e ha allargato la platea. I lavoratori, per avere titolo alla stabilizzazione, quindi, devono aver lavorato almeno tre anni dal 2012 al 31 dicembre 2017 in aziende del servizio sanitario pubblico nazionale, anche in altre Regioni e non in via continuativa.