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Bari, Giustizia trasferita sotto le tende. Avvocati e magistrati dichiarano lo stato di agitazione: “Subito lo stato di emergenza”

Pubblicato da: redazione | Mar, 29 Maggio 2018 - 15:30

“Siamo in una situazione di emergenza; chiediamo che si dia corso quanto prima all’iter accelerato tipico delle situazioni di emergenza per trovare percorsi più rapidi di requisizione di immobili nella nostra città, stanziamento di fondi straordinari e soluzioni che davvero consentano il regolare svolgimento della giurisdizione».

È quanto dichiarato da Giovanni Stefanì, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari nel corso dell’assemblea straordinaria, indetta stamattina dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari e dalla Camera penale di Bari alla quale ha aderito anche l’ANM di Bari, per discutere della gravissima situazione venutasi a creare per l’amministrazione della giustizia a seguito del segnalato pericolo di crollo del palazzo di via Nazariantz. All’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, Lorenzo Gadaleta eRossella Calia Di Pinto, rispettivamente presidente e segretario dell’ANM,Domenico De Facendis, presidente del Tribunale di Bari e Giuseppe Volpe, procuratore della Repubblica di Bari.

Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Camera penale e ANM di Bari si dichiarano contrari alle soluzioni emergenziali alternative alle tende proposte ieri durante la conferenza permanente. Distribuire gli uffici nell’hinterland barese aumenterebbero ed allontanerebbero ancor di più fra loro i luoghi in cui si amministra la giustizia penale che, ad oggi, è già dislocata in sei diverse strutture (palazzi di via Nazariantz e di piazza De Nicola, tribunale per i minorenni, Giudice di Pace, aula bunker di Bitonto, casa circondariale per le udienze di convalida degli arresti).

«Se c’è una unione di intenti tra parti processuali che sono abituate ad essere normalmente contrapposte – ha commentato Gaetano Sassanelli,presidente della Camera Penale di Bari – e se tutti gli operatori del diritto sono compatti sulla stessa posizione è evidente che siamo dalla parte della ragione».

Il trasferimento, anche provvisorio, in siti distanti da quello di piazza De Nicola comporterebbe infatti il sistematico rinvio dei processi con avvocati impegnati dinanzi a differenti autorità giudiziarie, con la ovvia conseguenza di una risposta di giustizia impossibile o assolutamente intempestiva.  L’ulteriore frazionamento degli uffici produrrebbe i suoi effetti nefasti non soltanto sulla classe forense, a prescindere dai singoli settori di abituale esercizio della professione, ma soprattutto, sull’intera collettività, cui il servizio giustizia è diretto.

«Il palazzo di Via Brigata Bari e quello di Modugno –  ha sottolineato Sassanelli –  soddisfano a mala pena un quarto delle esigenze di metri quadri che servono per l’amministrazione della giustizia. La nostra risposta composta e compatta deve vederci abbarbicati a quelle tende perché quelle tende sono l’unica nostra speranza di vedere risolto in tempi rapidi il problema con una soluzione di emergenza che quantomeno coincida con una sistemazione provvisoria, in attesa di quella che sarà la Cittadella della Giustizia».

Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Camera penale e ANM di Bari si dichiarano inoltre contrari alla proposta di sospendere i termini di prescrizione. «Vogliamo – ha specificato Stefanì – che non si spengano i riflettori fino a quando la giustizia barese non abbia una sua sede adeguata e funzionale e continueremo a batterci affinché la giurisdizione non abbia battute d’arresto; come sentinelle della giustizia e rappresentanti dei cittadini vogliamo che la giurisdizione faccia il suo corso. Auspichiamo che gli avvocati vengano messi al più presto nelle condizioni dignitose di svolgere il proprio ruolo costituzionalmente rilevante».

Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Camera penale e ANM di Bari intendono portare avanti la protesta e si sono impegnati a inviare una richiesta al Ministero affinché possa al più presto organizzare un incontro, insieme al presidente del Tribunale e al procuratore della Repubblica di Bari, per trovare una soluzione idonea a salvaguardare il regolare svolgimento dell’attività giudiziaria.

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