Emilia è una mamma forte. La sua è una battaglia che sembra senza fine, per garantire ai suoi figli le giuste cure. Emilia è mamma di due bimbi gemelli con ritardi nel linguaggio, disturbi neurologici e spettro dell’autismo. Combatte da nove anni, ma ora è stanca. Perché i suoi piccoli hanno diritto ad essere seguiti da una struttura convenzionata con la Asl a Poggiofranco, ma dopo un anno di attesa per essere sottoposti ad una visita che ha confermato la priorità della cura, adesso c’è un’altra lista di attesa da seguire, perché nell’istituto di Poggiofranco non ci sono abbastanza posti. Bisogna sperare che qualcosa si liberi. Un’attesa che ormai sta durando da due anni. E nel frattempo i piccoli di Emilia si trovano senza possibilità di seguire un percorso fondamentale per la loro crescita.
“Continuo a chiamare, a presentarmi in questo istituto, il Colli – ci racconta Emilia – la risposta è sempre la stessa. Non c’è posto fisico. Perché il personale c’è, le terapiste ci sono, ma non il posto. Un’assurdità che ho deciso di denunciare”.
Emilia è una donna forte. Insieme a suo marito da anni sta lottando per dare un futuro migliore ai suoi piccoli. “L’unica soluzione al momento sarebbe andare a pagamento. Ma sapete quanto mi hanno chiesto? – continua – 300 euro a bambino per dieci sedute. Dieci sedute sono nulla. Non è possibile andare avanti in queste condizioni”. Anche solo per una visita neurologica al Policlinico l’attesa era di tre anni e Emilia e suo marito hanno preferito andare al Gaslini di Genova. La prossima visita ora al Policlinico è stata fissata, ma tra un anno. “Presenterò una diffida ai carabinieri per mancanza di terapia riabilitativa – conclude – ci sono tante mamme nella mia condizione. Uniamoci, protestiamo, adesso basta. I nostri figli meritano di più”.