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Omicidio dell’estetista a Mola, un nuovo video potrebbe scagionare l’imputato

Pubblicato da: redazione | Mer, 23 Maggio 2018 - 15:45
Bruna Bovino

Una nuova prova depositata nell’udienza dinanzi alla Corte di Assise di Appello di Bari sull’omicidio della 29enne italo-brasiliana Bruna Bovino, uccisa il 12 dicembre 2013 nel centro estetico che gestiva a Mola di Bari, riapre il processo a carico del presunto assassino, il 36enne Antonio Colamonico. Si tratta di un video che potrebbe spostare di circa un’ora il momento del delitto.

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Colamonico, condannato in primo grado alla pena di 25 anni di reclusione e in carcere per il delitto dall’aprile 2014, è accusato di omicidio volontario e incendio doloso, appiccato secondo l’accusa per cancellare le prove del delitto appena compiuto. Il corpo della vittima, infatti, fu trovato semicarbonizzato sul pavimento del centro estetico, fra brandelli di indumenti e sangue, dopo che la donna venne uccisa con 20 colpi di forbici e strangolata. Il processo è stato rinviato al 6 giugno per il conferimento dell’incarico al perito.

Nelle immagini, i cui fotogrammi sono stati depositati oggi dai difensori di Colamonico, gli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Nicola Quaranta, si vede una coppia che prende un caffè alle 18.15 nel bar vicino il centro estetico dove è morta la 29enne. Stando all’ipotesi accusatoria la donna sarebbe morta intorno alle 17, quindi più di un’ora prima. L’uomo che si vede nelle immagini è un commerciante che ha un laboratorio di tatuaggi lì vicino e ha sempre dichiarato di aver visto e salutato la vittima dopo aver preso quel caffè, mentre andava via e passava davanti al centro estetico. Se così fosse, ad ucciderla non potrebbe essere stato Colamonico, perché a quell’ora era già a Polignano e lo confermano le celle telefoniche. Accogliendo l’istanza della difesa dell’imputato, i giudici hanno quindi disposto una perizia sul video “al fine di verificare il momento in cui (i testimoni, ndr) avevano visto e salutato la vittima e perciò al fine di individuare l’esatto momento di commissione del delitto”. I giudici hanno inoltre disposto che entrambi i testimoni siano nuovamente sentiti nel processo.

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