C’è la bottiglia di birra e quella di té al limone da mezzo litro. Di acqua liscia e di acqua frizzante, incastonate qua e là fra le rocce. Di aranciata e di nettare d’arancia. Ma ci sono anche pezzi di stoffa incagliati fra i cespugli, fazzoletti testimoni di una notte d’amore, flaconi di plastica contenenti sostanze non ingeribili e l’astuccio di un termometro. Sì, un termometro, forse per misurare la febbre da vacanze fra un bagno e una tintarella rubate all’ufficio. C’è tutto questo, sulla scogliera adiacente la spiaggetta di Cala Fetente, fra Cozze e Polignano, uno dei pochi tratti di costa agibili in una parte di litorale dove gli accessi sono sempre minori e dove lo scorso inverno è stato chiuso anche quello per la famosa Freak Beach.
L’estate è ancora lontana e, con essa, il grande flusso di persone che si riverserà sulla costa adriatica. Eppure gli scogli di Cala Fetente testimoniano già una presenza forte di curiosi e habitué in questa seconda parte della primavera. E, purtroppo, raccontano anche il malcostume di lasciare in giro bottiglie e oggetti vari, malgrado l’opportunità di depositare i rifiuti nei contenitori presenti sulla vicina spiaggia attrezzata. L’inciviltà non conosce stagioni, né confini.
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