A disegnare la nuova mappa geografica criminale di Bari è la commissione parlamentare Antimafia: “Attualmente in città sono operanti nove clan (Parisi – in cui va ricompreso anche il cosiddetto gruppo Palermiti; Strisciuglio; Capriati – in cui va ricompreso anche il cosiddetto gruppo Lorusso; Di Cosola; Telegrafo; Mercante – Diomede, Montani; Anemolo; Misceo) che manifestano una particolare capacità di rigenerarsi anche all’indomani della loro decimazione a seguito dell’incisivo intervento repressivo delle forze di polizia e della magistratura”, si legge nella relazione. Come? “Grazie all’intervento delle seconde linee, all’impiego di soggetti spesso incensurati, all’utilizzo di persone minorenni a cui vengono affidati i ruoli di detentori della sostanza stupefacente, di pusher, di ragazzi fondina, detentori, per conto terzi, delle armi e di esecutori di reati predatori”. Incensurati e minorenni per rinascere.
Il rione più a rischio, il San Paolo
La mafia barese viene descritta con una “organizzazione orizzontale, per questo più pericolosa dal punto di vista della sicurezza”. Secondo la commissione, “è il quartiere San Paolo a far registrare le maggiori problematiche sotto il profilo della sicurezza pubblica a causa della contrapposizione fra il clan Montani-Telegrafo e una componente dei Misceo contro il clan Mercante”. Non va meglio in provincia: “Nei soli mesi di aprile, maggio e giugno 2017 sono stati commessi cinque omicidi tre dei quali sicuramente riconducibili, per modalità di esecuzione e per lo spessore criminale delle vittime, al crimine organizzato. Due di tali fatti di sangue si sono verificati nel capoluogo”.