“Non sapevo che fossero minorenni”. Il 46enne arrestato venerdì 11 maggio dai carabinieri nell’ambito dell’indagine della Procura di Bari su un presunto giro di prostituzione minorile nei pressi dello stadio San Nicola di Bari si è così difeso dalle accuse. Nell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Giovanni Anglana ha ammesso parte delle vicende contestate, dichiarando però di non essere consapevole che si trattasse di minorenni.
Insieme a lui i carabinieri hanno arrestato altre due persone, un insegnante privato di musica 58enne e un pasticcere 51enne, entrambi in carcere, che dinanzi al gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Ai tre indagati, tutti incensurati, il pm Marcello Quercia contesta, a vario titolo, i reati di atti sessuali con minore, sfruttamento della prostituzione, produzione e detenzione di materiale pedopornografico.
Stando agli accertamenti della magistratura barese, sarebbero quattro le vittime accertate fra il 2014 e il 2017, due rom e due italiani, di età compresa fra i 13 e i 17 anni (tre di loro sono ora maggiorenni). I ragazzini sarebbero stati adescati anche in internet e pagati con pochi euro o con piccoli regali in cambio di prestazioni sessuali. Sui dispositivi informatici degli indagati, gli investigatori hanno trovato migliaia tra foto e video pedopornografici, in parte autoprodotti.