Rapporti sessuali in cambio di cinque euro, un pacco di sigarette ed un profumo. Questi i beni che venivano dati in cambio dai tre incensurati baresi arrestati oggi dai carabinieri per una prestazione sessuale con minorenni nella zona dello stadio. Lo rivela l’ordinanza a firma del gip del Tribunale di Bari Giovanni Anglana nella quale sono state riportare le intercettazioni telefoniche che hanno consentito di accertare e confermare i sospetti degli inquirenti, già supportati dai racconti dei ragazzi vittime, ascoltati nel corso delle indagini. È emerso che gli atti sessuali avvenivano sempre in auto, in zone di campagna. Nel caso dei minorenni rom l’appuntamento avveniva nella zona dello stadio San Nicola di Bari, mentre per i due italiani, entrambi appartenenti a famiglie umili secondo gli inquirenti ignare di tutto, avveniva alle periferie delle loro città di residenza, una nel Barese e l’altra nella Bat. Con alcuni di loro l’attività di sfruttamento della prostituzione sarebbe proseguita anche quando ormai i ragazzi erano diventati maggiorenni.
Le vittime
Sono quattro i minorenni vittime delle attenzioni sessuali dei tre baresi arrestati oggi dai Carabinieri per presunti reati commessi tra il 2014 e il 2017: due sono di etnia rom e due italiani. Tre di loro oggi sono maggiorenni. Le indagini sono partite dall’analisi dei tabulati telefonici e delle chat trovate sui telefoni dei due rom e in particolare del più piccolo, all’epoca dei fatti 13enne e ancora oggi minorenne e collocato in una comunità protetta. Il ragazzino era la vittima dei due anziani arrestati un anno fa. Sul suo cellulare gli investigatori hanno trovato centinaia di contatti con diversi soggetti, tutti uomini adulti, tra i quali due degli uomini arrestati oggi, un insegnante privato di musica 58enne e un pasticciere 51enne, entrambi finiti in carcere per i reati, a vario titolo contestati, di atti sessuali con minore, sfruttamento della prostituzione, produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Dall’analisi dei dispositivi informatici del pasticcere, pc e telefono, sono emerse numerose conversazioni con un terzo soggetto, il 46enne finito ai domiciliari, accusato dello sfruttamento della prostituzione di due minorenni italiani. I due si scambiavano foto e video.
I contatti via Whatsapp, Facebook e Badoo
L’insegnante privato di musica fotografava soprattutto le gambe dei bambini in pantaloncini. Sul suo telefono sono state trovate più di 20mila fra foto e video, in gran parte autoprodotti, che ritraevano parti del corpo di bambini, come le gambe, su mezzi pubblici o per strada. Sono stati trovati sui dispositivi di tutti e tre gli indagati numerosi video pedopornografici scaricati da internet. I contatti con le giovanissime vittime avvenivano tramite le chat di Whatsapp e Facebook, mentre l’adescamento su social network come Badoo. Il 46enne si sarebbe messo in contatto anche con minorenni fuori regione (accertato il coinvolgimento di un 16enne campano), facendo poi da tramite tra questi ragazzi e altri clienti.
(in foto un’immagine del servizio delle Iene che documentò il dramma della prostituzione minorile allo stadio)