L’avanzata del batterio killer degli ulivi xylella fastidiosa in Italia preoccupa Bruxelles. “La situazione peggiora di anno in anno”, e la Commissione europea potrebbe presto proporre un “aggiornamento dell’area demarcata”, spostando verso nord la fascia di territorio dove vanno applicate le misure più drastiche per la lotta al patogeno.
Lo spiega in un’intervista all’Ansa il commissario Ue Vytenis Andriukaitis, che presto potrebbe tornare a visitare la Puglia, come già avvenuto nel 2015. Con l’infezione che si espande verso nord minacciando l’olivicoltura e le attrazioni naturalistiche e turistiche della provincia di Bari “la commissione ha recentemente proposto di organizzare un incontro con le autorità centrali e regionali italiane per discutere la possibile via da seguire”. “Sono molto preoccupato per la situazione in Italia, che peggiora ogni anno”, sottolinea Andriukaitis. A Bruxelles, la diffusione della xylella fastidiosa nel territorio Ue viene discussa almeno una volta al mese. I casi si moltiplicano, non solo in Puglia ma anche in Spagna. In Italia, Andriukaitis indica la causa “nei ritardi nell’abbattimento degli alberi malati, che lasciati a terra fanno da riserva per l’ulteriore diffusione del batterio”.
In Spagna l’aumento del numero di focolai è dovuto a un’azione di rilevamento divenuta più sistematica da quando, nel 2016, xylella è stata registrata nelle Baleari e le autorità spagnole hanno cominciato “una campagna di indagine seria e intensiva”. Il commissario ribadisce che l’unico modo per frenare l’infezione è l’approccio da quarantena proposto dall’Ue, con la rimozione degli alberi. Anche se “numerosi esperimenti sono in corso sul campo per testare diverse soluzioni contro Xylella fastidiosa, i risultati avuti finora sono solo sulla riduzione dei sintomi, senza eliminare il batterio”. Si tratta quindi di “soluzioni applicabili solo dove l’eradicazione del batterio non è più possibile”, come in Salento, Corsica e Baleari. Protocolli di quarantena del tipo di quello applicato per la xylella, “con l’abbattimento preventivo di piante su vaste aree”, ricorda Adriukaitis, “hanno avuto successo su tre importanti focolai di nematodi di pino nel territorio spagnolo e nell’eradicazione del tarlo asiatico in Austria”. L’importante è agire subito. “La strategia di quarantena ha successo solo se l’organismo nocivo viene immediatamente rilevato” e “misure rigorose vengono prese senza ritardi”. Misure che vanno applicate “nell’interesse del territorio dell’Unione – ricorda Andriukaitis – ancora per la gran parte libero dal batterio”.