Oltre agli emendamenti in tema di previdenza, diritti TV, agenti sportivi e dilettantismo, la Legge di Bilancio 2018 ha approvato il provvedimento che consentirà alle atlete di avere un fondo a tutela della maternità.
Senza dubbio, si tratta di un passo epocale per lo sport femminile. Allo stato attuale, infatti, le atlete donne di ogni livello sono considerate dilettanti o professioniste di fatto e, pertanto, non soggette alle garanzie e tutele fornite dalla legge sul professionismo sportivo. Le stesse, pur percependo compensi annui per decine di migliaia di euro, non possono godere di tutti quei diritti, di cui invece beneficiano i colleghi maschi che hanno sottoscritto contratti con club professionistici nelle medesime Federazioni riconosciute dal Coni a norma dell’art. 2 della L. n. 91/1981.
L’istituzione del Fondo permette di garantire un sostegno a tutte le atlete che decidono di diventare mamme anche durante la loro carriera sportiva e rappresenta una potenziale apertura alla revisione della predetta Legge. La scelta è in linea con l’intenzione di potenziare e sostenere lo sport. Il testo della Legge di Bilancio 2018, invero, al punto n. 369 riporta quanto segue: “Al fine di sostenere il potenziamento del movimento sportivo italiano è istituito presso l’Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri un apposito fondo denominato «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano », con una dotazione pari a 12 milioni di euro per l’anno 2018, a 7 milioni di euro per l’anno 2019, a 8,2 milioni di euro per l’anno 2020 e a 10,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2021. Tali risorse sono destinate a finanziare progetti collegati a una delle seguenti finalità: ( …)sostenere la maternità delle atlete non professioniste; (..) sostenere la realizzazione di eventi sportivi femminili di rilevanza nazionale e internazionale. L’utilizzo del fondo di cui al presente comma è disposto con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 28 febbraio di ciascun anno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con gli altri Ministri interessati(…)”
Ebbene, la disposizione fissa due importanti principi: diritto a proseguire il percorso sportivo interrotto durante la maternità; continuità retributiva durante il periodo di congedo. Il contributo, infatti, si sostanzia in mille euro al mese per un massimo di dieci mesi. Il decreto ha statuito che per il fondo fossero stanziati 3000000,00 di euro per il 2018, 50000,00 nel 2019, 1000000,00 di euro nel 2020 e per gli anni successivi a regime. Dai benefici del provvedimento sono escluse le atlete che appartengono ai gruppi sportivi militari e quelle che svolgano attività lavorative ove è prevista la tutela della maternità.
La speranza è che questo sia solo l’inizio di un percorso che realizzi la rivisitazione della Legge n.91 del 1981 che disciplina il professionismo sportivo, con la conseguente modifica di alcuni istituti e limitazioni, quali a titolo esemplificativo ma non esaustivo: il vincolo sportivo e l’impossibilità di firmare contratti pluriennali.
Per info e approfondimenti , scrivere a avvocato@valentinaporzia.com.
(foto Sport e impianti)