Il gup del Tribunale di Bari Rosa Anna Depalo ha condannato a pene comprese fra i 10 anni e 10 mesi e i 2 anni e 4 mesi di reclusione otto presunti componenti di una organizzazione criminale italo-albanese di trafficanti di droga fra il Gargano e l’Albania.
In particolare il giudice, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato Gaetano De Vivo e Pasquale Maria, ritenuti tra i capi dell’organizzazione, rispettivamente alle pene di 10 anni e 10 mesi e 8 anni e 2 mesi di reclusione e i referenti albanesi del gruppo, Roland e Fabio Lame, padre e figlio, alle pene di 10 anni e di 7 anni e 4 mesi di reclusione. L’indagine della squadra mobile di Foggia, coordinata dalla Dda di Bari, denominata “Coast to Coast”, portò nel febbraio 2017 all’arresto di 13 persone accusate di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al traffico di droga.
È stato condannato alla pena di 4 anni di reclusione anche un carrozziere di Manfredonia, Giuseppe Grieco, ritenuto dagli inquirenti il referente dell’organizzazione per le riparazioni dei motori dei natanti usati per il trasporto della droga. L’inchiesta rivelò, inoltre, che una nota spiaggia di Vieste, la Baia di San Felice, era utilizzata dal gruppo criminale per far sbarcare i natanti con i carichi di droga provenienti dall’Albania. Il custode di quella spiaggia e altre quattro persone, fra le quali Libero Frattaruolo, figura apicale del clan Libergolis ritenuto al vertice dell’organizzazione di narcotrafficanti, sono attualmente a processo con il rito ordinario.