Due assistenti della polizia penitenziaria – di 55 e 52 anni, uno di Ginosa (Taranto), l’altro di Altamura (Bari), entrambi in servizio nel carcere di Matera – sono stati posti agli arresti domiciliari dalla polizia con le accuse di corruzione, peculato e concorso in falso ideologico in relazione alle procedure seguite per consegnare ai detenuti i pacchi portati alla casa circondariale dai parenti dei reclusi.
Nove di questi ultimi hanno ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento. Gli arresti costituiscono un ulteriore sviluppo di un’operazione eseguita nel gennaio scorso quando uno dei due poliziotti penitenziari fu arrestato per la prima volta per la stessa vicenda. Le indagini della polizia hanno riguardato un periodo compreso fra ottobre 2017 e il gennaio scorso.
I due assistenti sono accusati di aver fatto arrivare ai detenuti pacchi pesanti fino a tre chili in più del consentito (anche con oggetti vietati dal regolamento) in cambio di 250 euro che i parenti “lasciavano” nella tasca di pantaloni inseriti nel pacco. I due assistenti avrebbero anche sottratto dai pacchi generi alimentari e altri oggetti, falsificando poi le relazioni di servizio sui contenuti dei pacchi stessi.