La Procura di Bari ha chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per gli imprenditori baresi Alviero ed Erasmo Antro, imputati per truffa aggravata ai danni dell’ex Provincia di Bari e di sei istituti di credito, falso materiale e ideologico, contraffazione di pubblici sigilli e violenza privata.
Il pm ha chiesto l’assoluzione per l’allora dirigente del Servizio finanziario della Provincia, Luigia Carbonara, coimputata per concorso nella truffa per aver omesso di rilevare e segnalare la falsità delle fatture emesse dalle società degli imprenditori baresi nei confronti dell’ente poi utilizzate per ottenere finanziamenti dalle banche. Stando agli accertamenti della Guardia di Finanza, coordinata dal pm Carmelo Rizzo, la truffa da oltre 20 milioni di euro sarebbe stata commessa ottenendo rimborsi per lavori inesistenti di manutenzione delle strade. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2008-2011. Gli imprenditori rispondono anche di violenza privata per aver minacciato quattro dipendenti (due dei quali, marito e moglie, si sono costituiti parte civile nel processo), prospettandone ripetutamente il licenziamento, perché collaborassero «alle operazioni di emissione e contabilizzazione delle false fatture». Nell’ambito di questa indagine i fratelli Alviero ed Erasmo Antro sono stati arrestati nel marzo 2012 con contestuale sequestro di beni per circa 20 milioni di euro, equivalente al presunto illecito profitto derivante dalla truffa. Sono costituiti parti civili la Città Metropolitana e due banche. Il processo proseguirà all’udienza dell’1 ottobre con le discussioni di parti civili, per le richieste di risarcimento danni, e difensori. La sentenza è prevista per il 15 ottobre.