Molti sono a conoscenza del colesterolo LDL e dei danni che può provocare alle arterie. Nuovi potenti farmaci possono ridurre sensibilmente il colesterolo LDL, migliorando la qualità di vita di molti pazienti. Oggi è ormai noto, come emerso in recenti congressi scientifici, che la lipoproteina (a) o Lp(a) è altrettanto pericolosa e responsabile dello sviluppo di malattie cardiovascolari, come ictus, infarto al miocardio e arteriopatia obliterante periferica.
Purtroppo però per la Lp(a) non esistono ancora farmaci in grado di ridurla significativamente, per cui l’aferesi delle lipoproteine, una sorta di lavaggio del sangue in aggiunta alla terapia convenzionale con farmaci, risulta essere l’unico trattamento possibile. Che è possibile eseguire nel reparto di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del Policlinico di Bari, come spiega il professore Giovanni Pertosa, responsabile della gestione delle tecniche depurative extracorporee in area critica e delle procedure di aferesi terapeutica del Policlinico di Bari.
“Da oltre 15 anni – spiega Pertosa – eseguiamo procedure aferetiche presso il nostro centro a pazienti con problemi sia di colesterolo che Lp(a). La Lp(a), da alcuni definita il terzo colesterolo, è ancora poco conosciuta e soprattutto poco dosata nei laboratori. Le pubblicazioni scientifiche e le linee guida internazionali pongono la Lp(a) come un fattore di rischio indipendente cardiovascolare e suggeriscono di mantenerla sotto ai 50 mg/dl se già presente un danno cardiovascolare. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che pazienti con elevati valori di Lp(a) e colesterolo LDL nella norma, se sottoposti ad aferesi delle lipoproteine vedono ridotto il numero di eventi cardiovascolari o la necessità di essere sottoposti a procedure di rivascolarizzazione di oltre il 60%”.
L’incremento nel sangue della lipoproteina (a) è dovuto a fattori genetici. “Un intervento sullo stile di vita – continua Pertosa – riducendo l’introito di grassi saturi, il calo ponderale, l’interruzione del fumo, l’attività fisica, sono importanti, ma non sufficienti in quei soggetti che hanno avuto già degli eventi cardiovascolari e mantengono livelli di Lp(a) maggiori di 50 mg/dl. In accordo con un medico cardiologo o un lipidologo va valutata se sussiste l’indicazione all’aferesi. La lipoproteina (a) viene spesso sottovalutata e neppure dosata. Attualmente trattiamo nel nostro centro solo 6 pazienti con problemi di ipercolesterolemia o iperlipoproteinemia (a), ma le statistiche ci dicono che dovrebbero essere molti di più”.
A differenza della dialisi che impegna il paziente per tre giorni alla settimana, l’aferesi delle lipoproteine viene eseguita due volte al mese e va ripetuta cronicamente finché nuovi farmaci non saranno in grado di abbattere sensibilmente la Lp(a). Una sola procedura di aferesi rimuove il 60% del colesterolo LDL e della lipoproteina Lp(a) presenti nel sangue. Purtroppo, poi l’organismo riproduce queste lipoproteine, motivo per cui l’aferesi va ripetuta grosso modo ogni quindici giorni.
Nel reparto di Nefrologia-Dialisi del Policlinico vengono eseguite, molteplici procedure di aferesi terapeutica, come ci spiega il direttore della UOC di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del Policlinico di Bari Prof. Loreto Gesualdo, nonché preside di facoltà dell’Università di Bari e presidente della Società Italiana di Nefrologia “Il nostro è un centro di riferimento regionale che richiama pazienti non solo dalla Puglia, ma anche da regioni limitrofe. Disponiamo delle apparecchiature di depurazione del sangue più moderne, in grado di trattare con aferesi diverse patologie molto invalidanti come: rigetto umorale post trapianto renale, vasculiti, miastenia, Guillain Barrè, polineuropatie, iperbilirubinemia, crioglobulinemia, sordità improvvisa, maculopatia degenerativa, ischemia del nervo ottico, piede diabetico, ecc. Il nostro centro è molto attivo anche nel campo della ricerca, come dimostrano le numerose pubblicazioni su riviste internazionali”.