Le epatiti croniche da HCV sono ampiamente diffuse in tutto il territorio regionale. Come in molte altre regioni italiane, non vi sono dati certi e ufficiali sul numero di epatiti croniche, ma studi epidemiologici sembrano indicare una prevalenza di infezione compresa tra lo 0,7 e l’1,3 % della popolazione corrispondente a numeri assoluti tra 28.000 e 52.000 persone infette nella nostra regione. Di questi probabilmente solo il 70% è viremico, mentre i restanti hanno superato l’infezione spontaneamente o grazie al trattamento. Inoltre almeno il 20% non sa di avere contratto l’infezione. La distribuzione nelle varie fasce di età non è omogenea, essendo l’infezione molto rara sotto i 30 anni, ma in incremento percentuale progressivo nelle età successive.
“La Puglia, in considerazione della diffusione di competenze e delle sue caratteristiche geografiche, si è data fin dal 2014 una organizzazione capace di una totale e capillare copertura del suo territorio – spiega il Prof Gioacchino Angarano, Ordinario di Malattie Infettive Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e Direttore S.C. di Malattie Infettive “Policlinico” di Bari – che ha consentito di renderla per il trattamento dell’epatite C, tra le più virtuose ed efficienti regioni del nostro paese”.
La campagna informativa
A Roma si sono tenute iniziative promosse da specialisti, epatologi e infettivologi, per la nuova sfida della ricerca scientifica: eradicare l’epatite C in sole otto settimane. Questo sarebbe possibile con il nuovo farmaco già disponibile nei centri pubblici nelle diverse unità operative complesse degli ospedali, di infettivologia, epatologia e medicina interna.
Fondamentale la collaborazione tra medici generici e specialisti per far emergere il sommerso dei pazienti inconsapevoli di aver contratto la malattia, o diffidenti sino ad oggi ad affrontare la precedente cura. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione attraverso quattro appuntamenti nazionali. Dopo Siena, Venezia e Roma, l’ultimo incontro è previsto per mercoledì 4 aprile a Palermo presso Grand Hotel Piazza Borsa.
Le previsioni per la Puglia
“Delle persone infette, sono stati trattati e “guariti” circa 13.000 pazienti, soprattutto, in funzione delle precedenti regole di trattamento, i casi più gravi – prosegue il prof Angarano – Dobbiamo quindi attenderci di dover trattare nei prossimi anni tra i 15.000 ed i 40.000 pazienti spesso con infezione non particolarmente avanzata. Per fare ciò sarà necessarioindividuare il maggior numero possibile di casi di “infezione sommersa”, casi, cioè, ignoti a se stessi ed ai propri medici di famiglia; su questi ultimi, quindi, bisognerà svolgere un importante lavoro di sensibilizzazione e formazione”.
“Esistono, poi, alcune sacche particolari di popolazione (detenuti, utilizzatori di droghe, persone che praticano sesso con molti partner) nelle quali la diffusione della infezione si mantiene particolarmente elevata. Bisognerà, quindi, approntare, organizzare ed adottare una attenta e decisa politica che consenta di trattare la maggior parte della popolazione ad elevato rischio di trasmissione HCV. Le strutture cliniche della nostra regione hanno attualmente un potenziale di trattamento complessivo di circa 3.000 pazienti per anno, non equamente distribuiti tra i vari centri”.