“L’utilità e l’assoluta importanza della funzione svolta dai Consorzi di Bonifica non è condizione sufficiente a giustificare, senza condizioni, il pagamento del contributo di bonifica”. E’ quanto ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente di Cia Agricoltori Italiani della Puglia, a seguito dell’ennesima richiesta del tributo 630 inviata agli agricoltori ricadenti nei rispettivi comprensori, per gli anni pregressi, da parte dei Consorzi di Bonifica Commissariati della Regione Puglia.
Cia Puglia intende ribadire ancora una volta l’utilità del ruolo e delle funzioni dei Consorzi. “Tali istituzioni non sono sostituibili per la tutela e la manutenzione dei territori regionali, sensibili agli ormai innumerevoli eventi atmosferici eccezionali dovuti al cambiamento delle condizioni meteorologiche degli ultimi anni”, ha aggiunto Carrabba.
“Sui territori, infatti, serve una costante azione di forte contrasto al rischio idraulico e lotta al dissesto idrogeologico”. La Cia evidenzia, anche, l’importante funzione svolta dai consorzi di bonifica nel garantire alle aziende agricole la disponibilità di acqua provenienti dagli impianti di distribuzione collettiva per uso irriguo e l’acquedotto rurale per la distribuzione di acqua potabile nelle aziende zootecniche.
“Tutto ciò premesso, ribadiamo che non basta per richiedere incondizionatamente il pagamento del contributo di bonifica, che comunque va esteso anche a coloro che traggono un beneficio del servizio, sia se proprietari di immobili agricoli che extra agricoli, in quanto lo stesso contributo è condizionato al beneficio di strutture. In più occasioni, per la trascuratezza dovuta alla non manutenzione ordinaria delle stesse strutture, urgono di manutenzioni straordinarie che non possono essere accollate a carico dei contribuenti, già colpiti patrimonialmente e nella produzione del reddito dai danni subiti a causa delle incurie. Peraltro ciò è stato determinato dalla sospensione della contribuenza per diversi anni”.
Secondo la Cia, dunque, i lavori vanno programmati con un piano pluriennale dei Consorzi, che permetta di intercettare fondi comunitari, nazionali e regionali che consentano interventi strutturali in concorso con altri enti, e non procedendo ognuno per proprio conto, così da programmare lavori evitando sovrapposizioni e sprechi di risorse utili per la tutela del territorio. Deve essere la Regione a farsi carico di coordinare i lavori e di utilizzare al meglio le professionalità dei Consorzi.