Ci sono voluti quasi dieci anni, ma pare si sia finalmente conclusa la vicenda sull’uso di 3 milioni di euro donati dal sultano dell’Oman durante la visita in Puglia. Dopo la riapertura dell’Auditorium “Nino Rota”, il Conservatorio Piccinni oggi annuncia di aver chiuso “felicemente un’altra annosa vicenda, che tanti sospetti e polemiche aveva generato: quella della donazione del sultano dell’Oman, ben tre milioni di euro che erano stati affidati dai vertici dell’epoca del conservatorio alla Fondazione Giovanni Paolo II, appositamente costituita ma immediatamente contestata dalla stragrande maggioranza interna, perché ritenuta inadatta a interpretare e perseguire le esigenze e gli obiettivi dell’istituzione”.
“All’inizio – spiegano il direttore del conservatorio Gianpaolo Schiavo e il presidente Marida Dentamaro – l’operato della fondazione si è limitato all’organizzazione di due manifestazioni a Roma in onore del generoso sultano e a qualche erogazione “a pioggia” in favore di singoli studenti. Successivamente, a partire dal 2012, i contrasti, gli attacchi e i conseguenti interventi esterni di controllo hanno determinato una completa paralisi, impedendo qualsiasi utilizzazione delle risorse donate dal mecenate arabo amante della musica. In questi giorni, il consiglio di amministrazione della Fondazione, recependo l’indirizzo espresso già da tempo dall’attuale organo amministrativo del conservatorio, ha deliberato all’unanimità lo scioglimento della Fondazione stessa, con conseguente ritorno del patrimonio nella piena disponibilità del socio fondatore, ossia il conservatorio, che potrà finalmente utilizzarlo per potenziare ulteriormente le strutture e le attività, oltre che per il sostegno diretto a studenti particolarmente meritevoli, in questo momento di forte rilancio”.