Il Tribunale di Taranto ha archiviato la posizione di due medici e ha disposto l’imputazione coatta di un altro per omicidio colposo nell’ambito di uno dei procedimenti avviati dopo la morte di Angela Valeria Lepore, la 27enne di Toritto (Bari), agente di polizia penitenziaria, deceduta nel luglio 2014.
Sciogliendo la riserva sulla opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Taranto, il gip Giuseppe De Francesca ha escluso la responsabilità dei due medici del pronto soccorso di Manduria che per primi ebbero in cura la ragazza, ravvisando invece presunte responsabilità nei confronti di un urologo dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto dove la paziente fu trasferita dopo alcune ore. Secondo il giudice una Tac eseguita immediatamente o una adeguata terapia antibiotica avrebbero potuto consentire una diagnosi precisa ed evitare l’infezione che ha poi portato la 27enne alla morte.
Sulla vicenda pende anche un altro processo per omicidio colposo, iniziato nei giorni scorsi dinanzi al Tribunale di Taranto, a carico del medico che eseguì il primo dei tre interventi chirurgici a cui la paziente fu sottoposta nell’arco di 40 ore in tre diverse strutture ospedaliere (Manduria, Taranto e Bari). Lo stesso medico rischia anche un processo per falso: è accusato di aver falsificato le firme del consenso informato. Inizialmente l’inchiesta sul decesso era stata aperta dalla Procura di Bari che aveva indagato 20 medici (per 17 c’è stata archiviazione) delle tre strutture sanitarie: il pronto soccorso di Manduria dove la ragazza si era recata per un malore all’addome, l’ospedale Maria Santissima Annunziata di Taranto e quello di Bari dove era stata poi ricoverata e sottoposta alle operazioni di rimozione di un calcolo renale, di impianto di un polmone artificiale e infine di craniectomia.