A gennaio 2018 si riducono del 9.4% le ore di cassa integrazione in Puglia rispetto al precedente dato di dicembre 2017. In termini assoluti, con una media di 7.362 lavoratori a tempo pieno coinvolti nella nostra regione nel mese di gennaio 2018, le ore autorizzate per interventi di cassa integrazione sono state complessivamente oltre 1.2 milioni, a fronte di 1.4 milioni del precedente dato di dicembre 2017. Nel merito, le ore di cassa integrazione ordinaria (Cigo) autorizzate in Puglia a gennaio 2018 registrano un calo di 14.7 punti percentuali su dicembre 2017 e del 18.7% rispetto ai dodici mesi precedenti. Relativamente agli interventi di cassa integrazione straordinaria (Cigs), si segna una crescita del 29.8% su dicembre 2017 e una flessione del 76.5% rispetto a gennaio 2017.
A ciò bisogna sommare gli indici sui fondi di integrazione salariale – nati in sostituzione della cassa in deroga – quali il FIS e ad altri fondi di solidarietà non ricompresi nei dati pubblicati dall’Inps nonché FSBA (il fondo di solidarietà dell’artigianato) che, da regolamento interno, prevede un calcolo non basato sulle ore ma su giornate.
“A fronte di questi dati – commenta Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e Bari-Bat – a primo impatto si potrebbe dare una duplice interpretazione: l’una positiva, ovvero una leggera ripresa del ciclo produttivo, e l’altra negativa nel senso di perdita in termini occupazionali. Tuttavia, come dimostrano gli ultimi indici diffusi dall’Inps, che evidenziano, in Puglia, una chiara tendenza all’aumento delle istanze di disoccupazione (NASpI), con 6.966 domande in più nel 2017 (138.529 contro le 131.563 nel 2016), la seconda ipotesi pare decisamente la più probabile. Pertanto, l’aumento in Italia ed in Puglia dei beneficiari dell’indennità di disoccupazione è un fenomeno riconducibile al travaso da cassa integrazione a disoccupazione. In tal senso, basti pensare al superamento della cassa in deroga, nonché della mobilità ordinaria, assieme alla riduzione di durata e all’aggravio di costi per le imprese utilizzatrici di Cig. Ne deriva – conclude Aldo Pugliese – quanto da noi già preannunciato circa gli effetti negativi del Jobs act rispetto ai nuovi e restrittivi criteri sulla cassa integrazione, che condurrebbero molte aziende ad optare, purtroppo, per la scorciatoia della riduzione del personale. Fortunatamente è stata accolta, con la legge di bilancio per il 2018, la sollecitazione della Uil sull’aumento dei costi del cosiddetto ticket licenziamento e, pertanto, dal 1° gennaio 2018 è raddoppiato il costo nell’ambito di licenziamenti collettivi: si spera che ciò incida come deterrente sulla riduzione dei licenziamenti”.