L’ Anpi di Bari esprime “sconcerto e disappunto per la concessione, da parte della Regione Puglia e del Comune di Bari, del patrocinio all’iniziativa in onore su Giorgio Almirante che si terrà sabato 24 febbraio”, chiedendo “con fermezza che vengano ritirati e che nessun rappresentante istituzionale partecipi all’iniziativa, per un elementare dovere di coerenza con il loro ruolo di rispetto per una Città insignita nel 2007 della Medaglia d’oro al merito civile”.
Nella motivazione di quella medaglia si legge, tra l’altro, che Bari “si rese protagonista di una tenace resistenza al nazifascismo, sopportando la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori”; che “venti giovani cittadini vennero trucidati in via Nicolò dell’Arca mentre inneggiavano, all’indomani della caduta del fascismo, alla riconquistata libertà”; che “la popolazione tutta, animata da profonda fede negli ideali di democrazia e di giustizia, con eroico coraggio, unendosi ad un nucleo di militari, impedì, dopo ore di violenti scontri, che le truppe tedesche portassero a termine la prevista distruzione del porto”.
“Non può essere dimenticato – aggiunge l’Anpi – che mentre a Bari nel 1922 Di Vittorio difendeva eroicamente la Camera del Lavoro dagli squadristi, Almirante ricopriva nel 1938 l’incarico di segretario di redazione della rivista Difesa della Razza, per entrare poi nel governo della Repubblica di Salò come capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare Mezzasoma firmando, in tale veste, bandi che minacciavano la fucilazione per i resistenti al nazifascismo. Vogliamo inoltre ricordare – chiosa l’Anpi – che Bari è la città di Benedetto Petrone, assassinato da una squadraccia uscita dalla sede del Movimento Sociale Italiano, di cui all’epoca proprio Almirante era segretario nazionale, e onorato con commozione ancora il 28 novembre scorso con il lodevole concorso del Comune e della Regione”.