L’emergenza idrica torna per la seconda volta in Consiglio comunale con un ordine del giorno dei consiglieri d’opposizione, primo firmatario Giuseppe Carrieri. A 55 giorni dall’ultima discussione in aula, dopo oltre 90 minuti di dibattito e polemiche, il Consiglio ha bocciato la proposta sui “sostegni finanziari alle famiglie baresi per ridurre i disagi connessi all’emergenza idrica” (8 favorevoli, 17 contrari, un astenuto). L’ordine del giorno prevedeva misure di interventi economici in favore di tutti i baresi che hanno bisogno di adeguare l’impianto di spinta per l’approvvigionamento dell’acqua potabile.
Dallo scorso settembre l’Acquedotto Pugliese ha ridotto la pressione delle condutture a 0,50 bar per poi ritornare gradualmente alla quota attuale di 1,7 bar. In mancanza di cisterne a livello stradale (obbligatorie dal 1974) interi condomini affrontano disservizi sull’erogazione. Le limitazioni imposte da Aqp sono dovute al basso livello degli invasi in Basilicata.
Il sindaco Antonio Decaro ha dichiarato la proposta “inammissibile per l’assenza di disponibilità finanziare”, ma ha annunciato un’ordinanza – già applicata dal comune di Foggia – che obbliga i cittadini ad attuare comportamenti virtuosi (non innaffiare o pulire l’auto con acqua potabile). Oltre che impegnare Aqp a individuare i fondi per sostenere i condomini e gli utenti in modo da adeguare gli impianti di sollevamento. “Per il periodo estivo si temono disagi maggiori”, ha aggiunto Decaro.
In blocco, l’opposizione ha denunciato l’immobilismo sulla questione da parte dell’Amministrazione: “Una gestione della città senza cuore”, ha detto Irma Melini. “Manca il monitoraggio del territorio”, ha aggiunto Carrieri. “E’ possibile l’intervento grazie alle autobotti”, ha replicato Vitantonio Neviera. “Aqp perde il 47 per cento dell’acqua che immette”, ha detto Fabio Romito. “Problema ignorato da 10 anni”, ha aggiunto Michele Picaro. “Investimenti insufficienti per la manutenzione di 22 mila km di rete”, ha proseguito Domenico Di Paola. “Vorremmo dare sostegno alle persone indigenti”, ha concluso Sabino Mangano.