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Sempre meno acqua, grido d’allarme degli agricoltori della Capitanata: “Raccolti a rischio”

Pubblicato da: redazione | Ven, 16 Febbraio 2018 - 18:45

Grido d’allarme dal Tavoliere delle Puglie, uno dei “giacimenti” delle eccellenze agricole italiane: i livelli di acqua registrati negli invasi gestiti dal Consorzio per la bonifica della Capitanata sono tutti ben al di sotto di quelli degli ultimi 5 anni. Lo riferisce l’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) indicando le quantità idriche nei bacini di Occhito sul Fortore (metri cubi 102.346.280), di Capaccio sul Celone (7.073.500), di San Pietro sull’Osento (2.300.000) e di Marana Capacciotti (16.284.600). I raccolti sono a rischio.

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“La previsione di criticità idrica è ancora più grave se consideriamo l’incidenza del sistema irriguo della Capitanata, esempio studiato nell’intero bacino mediterraneo, nell’economia agricola della Puglia e del Paese – commenta il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi – considerando il riempimento pluriennale dei principali bacini meridionali, torna prepotente la necessità di nuovi invasi, capaci di aumentare la resilienza idrica del territorio. La situazione pugliese – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – è ancora più sconcertante, se si considera che in Puglia sono ben 4 le grandi opere idrauliche incompiute, costate finora oltre 66 milioni di euro. Alla politica, che sarà chiamata a guidare il Paese, chiediamo di chiudere i conti con un passato, che non ci può appartenere”.

Se al Nord i grandi laghi restano tutti sotto le medie stagionali (soprattutto quello d’Iseo, il cui invaso contiene solo il 15% della capacità) in attesa delle incognite legate allo scioglimento delle nevi montane, sono i bacini dell’Italia meridionale ed insulare a continuare a suscitare le maggiori preoccupazioni in vista dei mesi più caldi, rileva l’Anbi. Senza abbondanti piogge nel breve periodo, “si rischia di non poter assicurare una regolare dotazione idrica per le colture, non potendo garantire né la dotazione complessiva, né la durata consueta della stagione irrigua”, osserva l’Anbi spiegando che “è stato già lanciato un preoccupato invito agli agricoltori, affinché tengano conto della probabile situazione di carenza idrica nella programmazione degli investimenti colturali”.

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